TORNIAMO AD ESSERE COME LE PRIME COMUNITA’

 Si è svolto ieri il secondo ritiro diocesano preparato dalle CMFV in collaborazione con l’Ufficio Famiglia, molto partecipato e vero momento di grazia per questo cammino di rinnovamento delle parrocchie.
Le riflessioni di mons. Sorrentino sono partite dalla domanda iniziale: come deve tornare ad essere la famiglia?
La risposta la troviamo già nel tema del ritiro: la Famiglia deve tornare ad essere Chiesa domestica. Pur nelle difficoltà che oggi vive il matrimonio i cristiani devono mantenere la speranza e confidare in un’inversione di marcia, nella consapevolezza che i cambiamenti non avvengono in maniera “magica”: la forza di Dio ha infatti bisogno della nostra personale disponibilità e della convinzione che qualsiasi rinnovamento può partire solo da Gesù.
 Se Dio ha voluto la famiglia, noi dobbiamo plasmarla come Lui la vuole. Solo per la durezza del cuore umano Mosè ha scritto la norma del ripudio (Mc 10,1-11 Mt 19, 1-9). Nel Disegno Originario i due non sono più due, ma una sola carne e all’uomo viene chiesto di non dividere ciò che Dio ha unito.
Partendo dall’ Esortazione Apostolica Amoris Laetitia mons. Sorrentino ha accennato all’ideologia genericamente chiamata Gender (AL 56) e al diritto inalienabile alla vita: non può il luogo dove la vita è generata e curata diventare il luogo dove la vita viene negata e distrutta (AL 83).
Sulla scia di questo e nell’ottica di fare rete, il breve appello del Comitato Difendiamo i Nostri Figli e del CAV (Centro di Aiuto alla Vita), ma anche la gradita presenza di suor Elisa Carta, direttrice della Caritas, sempre più impegnata sul fronte dell’accoglienza.
Ricordiamo a tal proposito la recente apertura della Casa della Misericordia, “opera – segno” dove la vita viene accolta e custodita in un clima familiare: condividono gli spazi neo-mamme e donne in attesa guidati da una coppia venezuelana.  
Nel pomeriggio la testimonianza del parroco di Valfabbrica, Don Antonio Borgo, e di alcuni componenti delle CMFV. E’ stato chiaro come questo progetto di rinnovamento delle parrocchie sia possibile. Don Antonio ha raccontato di come la prima famiglia, costituita in occasione della visita pastorale dallo stesso Vescovo, si sia fatta missionaria andando ad accompagnare altre quattro piccole comunità dalle quali sono poi partiti altri missionari che a loro volta hanno fondato altre quattro comunità. Tutto è sostenuto dalla preghiera della grande famiglia parrocchiale, preghiera che rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile.  Ed è proprio questa chiamata alla missionarietà che i laici impegnati a Valfabbrica hanno condiviso con i presenti: non si può rimanere cristiani tiepidi a vita, Gesù ci chiama ad un sì pieno, che nasce dal cuore e si fa testimonianza di vita.
Segno di una chiesa universale in uscita è stata anche la testimonianza di Benedetta Maria che sta continuando a seminare questo progetto oltre oceano. Un programma accolto a braccia aperte dalla chiesa americana che si sta diffondendo con rapidità. Con la Celebrazione Eucaristica si è chiusa questa ricca giornata che ha visto la presenza anche delle piccole comunità nate nella parrocchia di Policastro.