VEGLIA DI PASQUA, IL VICARIO GENERALE: “CHIEDIAMO AL SIGNORE DI AVERE LA LUCE, LA PAROLA, L’ACQUA, LA COMUNIONE E LA TENEREZZA PER RIBALTARE LE PIETRE DELLA MORTE”

ASSISI – “Se nella notte di Natale, in questo anno di Giubileo, ci è stata data la buona notizia che è stata aperta la Porta Santa della grazia, della vita, in questa notte Santa di Pasqua, del Giubileo, ci viene data la buona notizia che è stata aperta la porta maldetta della morte. Forse la porta più pesante e incastrata che esite. Questa porta è stata trovata rimossa, aperta, ed è una porta che coinvolge e ci travolge tutti”. Lo ha detto il vicario generale delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, don Giovanni Zampa, sabato Santo, 20 aprile, durante la Veglia pasquale celebrata nella cattedrale di San Rufino.

Il vicario ha poi spiegato i simboli della liturgia della veglia pasquale celebrata nella Notte santa.

“Gesù questa porta – ha detto don Giovanni Zampa - l’ha aperta e se anche Gesù questa notte non compare, nessuno lo vede, ci lascia cinque segni che ci dicono come ha aperto e scardinato questa pietra, questa porta maledetta”. Il primo segno è dato dal calore e dalla luce “con cui si apre questa porta. Come il calore e la luce del fuoco che hanno scaldato il cuore, così la morte si apre di fronte alla luce a al calore di Cristo”. Un altro modo con cui Gesù apre questa porta è la Parola. “Per aprire le nostre morti – ha aggiunto don Giovanni - serve innanzitutto il dialogo, la parola e l’ascolto. Solo se ci mettiamo in dialogo tante porte si aprono: all’interno della coppia, degli amici, dei colleghi di lavoro, tra le generazioni, tra le nazioni che fanno la guerra. Se non torniamo ad ascoltare e a parlare difficilmente si apriranno queste porte”. Terzo segno è l’acqua che lava e leva tutte le incrostazioni che bloccano questa porta, che lava e leva il peccato. “Gesù dal suo costato fa uscire acqua e sangue che lavano e levano il peccato. Dobbiamo anche noi provare a perdonare, a levare e a lavare i peccati dagli altri, magari l’altro si scioglie e si apre”. Quarta porta, quarto trucco è quello della comunione: pane spezzato e vino, sangue, versato. “La comunione apre la porta della morte. Anche noi dobbiamo provare a usare la comunione che ha usato Gesù per ribaltare questa pietra”. Ultimo, quinto segno bellissimo nel Vangelo di questa notte dice che ‘Pietro entrò e vide soltanto delle vesti piegate in un angolo’. Questo “perché Gesù dentro il sepolcro non ha fatto una rivoluzione, non è scappato come un ladro, ma con calma ha piegato tutte le lenzuola, tutte le vesti. Egli non ha usato la violenza, non ha fatto irruzione, non ha fatto una rivoluzione. Gesù non apre con la rivoluzione, ma con la risurrezione, non apre con la violenza, ma con la mitezza. La tenerezza ribalta tutte le pietre. Chiediamo al Signore – ha concluso don Giovanni - di avere anche noi la luce, la parola, l’acqua, la comunione e la tenerezza per ribaltare le pietre della morte”.

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