VIVERE LA MISERICORDIA IN COMUNITA’

 ASSISI – Tutto incentrato sulla “misericordia vissuta nelle comunità: prendersi cura gli uni degli altri” l’incontro degli animatori che si è svolto sabato 19 marzo 2016 presso il centro pastorale di Santa Maria degli Angeli.
Alla presenza di monsignor Domenico Sorrentino, la relatrice, professoressa Segoloni, ha affrontato questo tema ripercorrendo la  prima Lettera ai Corinzi.
Nel suo intervento ha evidenziato soprattutto il valore dell’unità e della comunione: obbiettivo da non perdere mai di vista. Le divisioni non vengono dallo Spirito, perchè lo Spirito differenzia ma non divide:  le divisioni vengono dalla carne, quando si ragiona  secondo la carne. La logica dello Spirito stringe tutti quanti insieme,  pur nella mirabile diversità che Lui costruisce, intorno a Cristo Crocifisso. Paolo ci dice che ci è fatto dono dello Spirito Santo perché possiamo capire come Gesù pensa e sente e se quindi conosciamo i suoi sentimenti non solo non ci vantiamo, ma anzi come Lui viviamo di umiltà e carità. Più si hanno responsabilità su altri più ci deve fare piccoli, riconoscere che il nostro valore non sta in quello che facciamo perchè non viene da noi. Quando uno si fa grande l’altro si scandalizza, si blocca, perche si sente piccolo e umiliato.
Costruttivo poi il confronto tra gli animatori che hanno riportato le loro esperienze di comunità. Nella parrocchia di Nocera Umbra, per esempio, una CMFV si riunisce regolarmente a casa di una persona che per problemi di salute non può spostarsi: una comunità nata come segno concreto di presa in carico di chi colui vive la sofferenza,  facendogli sentire di essere amato e di poter amare, di essere ancora una persona che può donare tanto agli altri.
Monsignor Sorrentino nel suo intervento conclusivo ha citato le parole di sant’Agostino: “Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano”. Ha poi ribadito l’attenzione che dobbiamo avere a non mettere in difficoltà il fratello per il quale Cristo è morto. “Magari io grazie a Dio sono arrivato un poco più avanti nel cammino di fede, ma l’altro è più indietro:  con il mio atteggiamento rischio di farlo perdere. Rispettare la debolezza e i tempi di crescita degli altri, fare un passo indietro se serve. Abbiamo bisogno tutti di essere spinti ad andare avanti per far meglio, ma ci ritroviamo anche con le nostre fatiche. E’ importante allora entrare in una logica di delicatezza, pazienza che è tra l’altro la stessa pazienza di Dio con noi”.
 
Servizio per il rinnovamento delle parrocchie per le piccole comunità