XXIV° EDIZIONE DELLA FESTACLI

SIGILLO – Domenica 12 luglio si è tenuta a Sigillo, presso il villaggio turistico Val di Ranco, la XXIV° edizione della FestAcli promossa dalle Acli provinciali di Perugia con la zona Eugubino Gualdese e il circolo fossatano “Ora et labora“. Il convegno, dal tema “I 70 anni dalla fondazione delle Acli”, è stato aperto con i saluti e una breve introduzione di Sante Pirrami, presidente del circolo. La parola è passata, per un breve saluto, al sindaco di Sigillo Coletti e al presidente provinciale Acli Ladis Kumar Antony Xavier, mentre veniva proiettato un video sull’udienza privata papale riservata alle Acli. Paola Vacchina presidente nazionale del patronato Acli e dell’Enaip ha avuto il compito di sintetizzare a grandi linee la storia delle Acli, nate tra il 26 ed il 28 agosto 1944 nel convento di Santa Maria sopra Minerva.I fondatori decisero che i compiti specifici delle Acli dovessero essere quelli di affermare i princìpi cristiani della vita, negli ordinamenti, nella legislazione, integrando e affiancando l’opera dei sindacati unitari di categoria per tutto quanto esula dai compiti specifici riservati ai sindacati stessi. Achille Grandi promotore e primo presidente delle Acli nazionali fu mosso dall’istanza di salvaguardare l’identità dei lavoratori cristiani, quindi il patrimonio ideale del cattolicesimo sociale, all’interno del sindacato unitario. Per i cattolici dell’immediato dopoguerra la risposta “cristiana” ai problemi dei lavoratori è mediana tra capitalismo e socialismo e alternativa ad entrambi, il che porterebbe ad escludere la mediazione dialettica. La dottrina sociale cattolica si basa su tre presupposti di fondo: netto rifiuto del capitalismo e di qualsiasi forma di collettivismo; impegno nello Stato e nella società in funzione di un bene comune che si basa sulla convivenza delle classi sociali; unità politica dei cattolici. Il primo maggio 1955 venne celebrato il decennale delle Acli, connotando così la festa socialista del lavoro anche in senso cristiano, come testimonia l’udienza accordata da Pio XII ed il suo forte discorso. L’intento delle Acli, apertamente dichiarato, è però di unire, non dividere, restando fedeli ai propri princìpi che Dino Pennazzato riassume nelle tre fedeltà che tuttora ispirano le Acli: fedeltà alla classe lavoratrice; fedeltà alla democrazia; fedeltà alla Chiesa. L’ottavo congresso nazionale Acli (Bari, 8/10 dicembre 1961) porta alla presidenza Livio Laborche aveva elaborato un’idea di Acli come movimento autonomo privilegiante l’azione sociale. Sotto la presidenza Labor si sviluppa il settore formativo e viene prefigurato uno scenario di gran riformismo sociale, che dovrebbe coinvolgere DC e Cisl e che ha per obiettivo la diffusione dei metodi democratici in ogni settore della società. Ciò non può che partire da un decentramento del potere centrale in favore delle regioni e da uno sviluppo della scuola, inteso sia come strutture che come possibilità di partecipazione. Negli anni ’80/90 sotto la presidenza Bianchi, le Acli si trovano ad affrontare cambiamenti di notevole rilevanza sia sul piano nazionale sia sullo scenario mondiale: disfacimento dei regimi comunisti. La crisi del sistema politico italiano (il primato dei partiti entra in crisi ed emergono nuovi soggetti politici e ciò rende necessarie nuove regole del gioco che conducano ad un’alternanza politica serenamente vissuta). La crisi dello stato sociale, cioè di una delle più importanti conquiste delle lotte dei lavoratori. Si sta costituendo una nuova società e si sta formando un nuovo modo di fare politica. Le Acli devono quindi favorire la formazione di una nuova cittadinanza sociale che sappia guardare al futuro riprendendo e sviluppando i grandi temi del passato.
Oggi sono cambiati i contesti di un tempo ma, di certo, c’è sempre bisogno dell’impegno sociale e cristiano. Che senso può avere fare le Acli, si domanda Paola Vacchina? La risposta non è scontata alla base di tutto la passione educativa, il bisogno di ritrovare il senso profondo della vita, che si riscopre ogni volta con il radicamento al Vangelo. Poi, ripensare e riflettere sulle tre fedeltà (o la fedeltà) delle Acli che sono, secondo Vacchina, un “nuovo modo” di affrontare le sfide del domani e, allo stesso tempo, un pilastro di unità, un ponte tra il passato e il futuro.
A seguire c’è stato un ricco dibattito che ha permesso di ampliare la riflessione a cui hanno partecipato: Nicola Miriano, già procuratore della Repubblica, monsignor Ceccobelli vescovo di Gubbio, Elisa Faraoni dirigente scolastica a riposo, Massimo Ceccarelli dirigente delle Acli perugine, Alberto Cecconi, Sante Filippetti dirigente dell’U.S. Acli Perugia, monsignor Pietro Bottaccioli vescovo emerito di Gubbio, Ferracchiato sindaco di Fossato di Vico; Patrizia Lupini vicesindaco di Costacciaro, Giovanni Pascucci, noto come Giannetto, che ha voluto ricordare, raccontando le fasi salienti della sua vita all’interno delle Acli, come la sua lunga militanza aclista abbia raggiunto i 57 anni. E’ seguita la santa messa concelebrata da monsignor Ceccobelli, monsignor Bottaccioli e don Raniero Menghini, al termine della quale è seguito il pranzo comunitario. Il pomeriggio si è concluso con musica dal vivo e contatto con la natura.