50ESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON GIULIO BARABANI

ASSISI - Domenica 7 luglio nella chiesa dei Santi Lorenzo e Anna in Porziano è stato ricordato don Giulio Barabani a 50 anni dalla morte avvenuta il 7 luglio 1974. La santa messa è stata presieduta dal parroco Don Alessandro Picchiarelli. È seguito un momento durante il quale sono intervenuti Francesca Cerri, responsabile dei beni culturali della diocesi, che ha illustrato la figura di Don Giulio, il sindaco di Assisi Stefania Proietti e i nipoti del sacerdote, che hanno ringraziato per questo intenso momento. Infine la cerimonia si è conclusa con una preghiera di fronte alla targa di marmo apposta sulla parete esterna della casa parrocchiale, alla presenza anche del vice sindaco Valter Stoppini, della presidente del consiglio comunale Donatella Casciarri, della confraternita e di numerosi fedeli accorsi per rendere omaggio al sacerdote ricordato per lo zelo del suo ministero.

Don Giulio Barabani nasce a Palazzo di Assisi il 10 luglio 1921, da una famiglia di modeste condizioni economiche, ma di solida fede cristiana che non esita a impegnare i suoi poveri beni per pagare la retta del seminario. Giulio studia con grande serietà e ottiene ottimi risultati. Riceve la “sacra tonsura” il Sabato Santo del 1942 ed è ordinato sacerdote dal vescovo monsignor Placido Nicolini l’8 luglio 1945; nel ricordino della sua ordinazione si legge <<Il sacerdote è l’uomo di tutti>> e a questo impegno don Giulio ha tenuto sempre fede. Ricopre varie cariche a livello diocesano: un ruolo importante nella nascita del seminario diocesano di Santa Tecla di cui diviene economo oltre che vice rettore del Seminario Regionale. Ma il luogo che ha certamente più amato è il paese di Porziano di cui viene nominato parroco nel 1945 e dove resterà fino alla morte. Nel 1964 è anche nominato canonico della cattedrale di San Rufino. Egli stesso però richiede al vescovo di essere esentato dagli impegni diocesani per poter esercitare la sua opera pastorale presso Porziano. Comincia così ad operare per cercare di limitare lo spopolamento che quel piccolo centro stava subendo, come tutta la montagna di Assisi, nel dopo guerra, dandosi da fare per la costruzione della strada che collega Porziano a Catecuccio ed avere un accesso più facile alla strada per Assisi, per la costruzione della casa parrocchiale, opera per la realizzazione dell’acquedotto. Don Giulio diviene parte della piccola comunità di Porziano, vive con la gente attento anche alle esigenze dei singoli, si occupa del catechismo e dei giochi per i bambini. Una malattia con complicazioni polmonari lo porta via all’affetto dei suoi parrocchiani il 7 luglio 1974, nel suo testamento spirituale lascia un ammonimento che è anche un suo ultimo desiderio: <<A tutti lascio un invito e un’esortazione a mantenersi sempre fedeli a Dio, alla Madonna, alla Chiesa, ad amarsi tra di loro ed a volermi ricordare nelle preghiere dopo la mia morte…>>.