AL SANTUARIO DELLA SPOGLIAZIONE, SANTA MESSA CELEBRATA DAL MINISTRO GENERALE FRA GENUIN

ASSISI – “Dovremmo sempre ricordare che i valori cristiani non cambiano e che la salvezza viene da Gesù Cristo e dall’ascolto della sua Parola. Ma gli stessi valori di volta in volta devono trovare il modo di incarnarsi con verità nelle diverse realtà che viviamo. E si capisce bene anche la fatica che ciò comporta: fare questo sforzo ogni giorno e nelle diverse situazioni. Si deve ammettere anche nel cammino la possibilità di sbagliare: abbiamo però la grande responsabilità di non smarrire, con scelte magari imprudenti, la via della salvezza. È una responsabilità che compete a ciascuno”. Lo ha detto fra Roberto Genuin, ministro generale dei frati cappuccini all’omelia della santa messa celebrata domenica 25 maggio, in occasione dell’ottavo anniversario del Santuario della Spogliazione.

“Mi pare bello e concreto anche questo volto della Chiesa – ha aggiunto padre Genuin - perché appacifica anche il nostro cammino concreto. Una chiesa che cammina senza sosta sulle strade faticose del mondo impegnata oggi a vivere l’insegnamento di Gesù. Un altro volto evidente della Chiesa presentato oggi dalla Parola di Dio, un altro volto della chiesa: noi Chiesa. È il volto celeste, la meta ultima verso cui si cammina: è la Chiesa descritta dalla Seconda Lettura come un gioiello perfetto, senza venature, brillante, trasparente. È il pieno compimento del disegno di salvezza del Padre pensato da Gesù. L’incontro pieno e finale degli uomini con Dio. Questo richiamo alla Gerusalemme celeste al Regno che il Padre ha preparato per noi è un grande stimolo ad alzare gli occhi a guardare in alto a non dimenticare quale è la meta che il Padre propone a ciascuno di noi. Per raggiungere quella meta vale veramente la pena orientare tutta la nostra vita di oggi. Succede infatti – ha proseguito il ministro generale - che avvolti dalle vicende della nostra tumultuosa storia rischiamo a volte di dimenticare la meta che ci attende.  E invece chi non la dimentica quale energia e vigore trova per vivere i nostri passi incerti? Quale vigore anche nelle difficoltà e nelle fatiche quotidiane sapere che tutto non finisce qui siamo indirizzati a una meta eterna di gloria, di luce”.