A SAN RUFINO CELEBRATA LA SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE

ASSISI – Nella solennità dell’Epifania del Signore, alla santa messa celebrata nella cattedrale di San Rufino, il parroco don Cesare Provenzi ha lanciato un messaggio di fede calorosa e di speranza perchè la comunità si rimetta in cammino come i Magi.

“Oggi – ha sottolineato don Cesare - ricordiamo i Magi che sì, si alzano, si mettono in cammino, ma sbagliano percorso: lo cercano in città, chiedono di Lui al re Erode e smarriscono anche la stella; forse bastava cercarlo fuori dalla città, informarsi dai pastori che sapevano dov’era. Tutto ciò sta a significare per i Magi, ma anche per me, che spesso la ricerca di Dio richiede impegno, non è un Dio facile e costa fatica. Se il Natale è Dio che viene incontro all’uomo, l’Epifania è l’uomo che cerca Dio, Padre misericordioso, mi vuole bene, ma chiede che in me nasca il desiderio di Lui. Devo superare allora le paure, le tentazioni, i pensieri che come i Magi bloccano anche me in questo percorso verso di Lui, ma che tuttavia spariscono quando il mio cuore riparte in questa ricerca. E i Magi entrati nella sua casa, fanno l’esperienza di vedere sgretolati i loro progetti, ideali: si aspettavano un Re e trovano un Bambino in braccio a una Madre davanti al quale piegano le ginocchia senza accorgersene, riconoscendo il Figlio di Dio. Non fanno ritorno da Erode che aveva chiesto d’informarlo una volta trovato e vanno per altra strada. E se fossero ritornati da Erode per comunicargli di averlo trovato? Non era forse un modo per affidare a loro e a noi una missione di comunicare di averlo trovato agli altri? Annunciare che questo Dio, contemplato da noi nella Carne è la Salvezza, ci ha liberato tutti dal peccato e ci ha dato la gioia? Quanti vivono nella pienezza del potere e non spirituale come Erode? Noi l’abbiamo trovato il Bambino Gesù? E una volta trovato l’abbiamo comunicato? Dobbiamo essere coloro che non hanno paura di portare Dio-Bambino a chi vuole ucciderlo e ai potenti, di parlare apertamente e diffondere il Vangelo senza rispetti umani, di alzare la voce, di dire apertamente chi siamo e che Dio salva, a costo di andare controcorrente, per non andare fuori binario. Guai se per colpa nostra anche uno solo rimane nel peccato fuori da questa salvezza. É la sfida che oggi la Chiesa ci chiede!” Una missione che don Cesare affida ai suoi parrocchiani perchè: “Se non possiamo oggi baciare il Bambino Gesù come ogni anno, a conclusione passiamo, inchiniamoci davanti a Lui, abbassiamo il capo dicendogli sono qui, ritorno a casa, per la stessa strada, ma con cuore diverso, ti prometto di portare l’annuncio di questa salvezza e la gioia di averti trovato. Vi affido questa missione!”

A conclusione della celebrazione la benedizione solenne alla comunità con il Bambinello profumato dell’incenso con il quale è stato asperso con il consueto rito.

Sia come questo incenso, diffusivo e dinamico, la preghiera e la missione che ci proponiamo in questo nuovo anno e che profumi di Cristo la nostra vita.

Suor Maria Rosaria Sorce