AL VIA LA DUE GIORNI DEL PERDONO DI ASSISI

ASSISI – “Il perdono che riceviamo oggi è una trasformazione, una rigenerazione profonda che ci salva e ci rende capaci di bene”. Lo ha detto padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori, domenica mattina all’omelia della solenne celebrazione eucaristica presieduta nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, in occasione della solennità del Perdono di Assisi.

Padre Fusarelli si è soffermato sul Vangelo di Giovanni, sul gesto del pane moltiplicato da Gesù per la folla. “Dopo questo segno – ha detto – Gesù si ritira e tutta la gente che lo segue e continua a cercarlo. Passa all’altra riva. Il Signore Gesù spesso non è dove noi lo cerchiamo. Spesso lo cerchiamo sulla riva dei nostri bisogni, delle nostre attese. Gesù è sempre altrove è un passo oltre i nostri bisogni immediati e ci sorprende. Per questo i discepoli devono passare all’altra riva”. Ha poi parlato delle tre rive da lasciare e da trovare. La prima è quella di una fede spenta senza entusiasmo. La seconda è quella della riva secca dell’eterna mormorazione. La terza è quella del cuore incredulo. “Lasciamo la riva della nostra fede spesso spenta e senza entusiasmo per una fede più viva e radicata nella relazione con Gesù”. “Lasciamo entrare il Signore nella riva del suo amore che già ci ha salvato e che bussa alla nostra porta”.

“Tra poco – ha aggiunto – aprirò la porta benedetta, la porta del perdono. È la porta della nostra vita, del nostro cuore che il Signore vuole aprire per entrare e fare finalmente Pasqua con noi”.

“San Francesco ha lasciato la riva secca del suo narcisismo per passare all’altra riva, quella della misericordia. Attraverso i lebbrosi, il dono dei fratelli Francesco ha ricevuto la misericordia del Padre. Per questo Francesco nel 1216 ha chiesto al Signore che questa porta fosse aperta per mandare tutti in Paradiso, perché tutti sapessero e sperimentassero di essere chiamati non a marcire nell’uomo vecchio, nell’eterna insoddisfazione in un cuore lontano da Dio, incapace di misericordia, ma a fiorire, a vivere nel bene che rigenera, che rende conformi a Cristo”.

Alla fine della celebrazione il ministro generale, in corteo, si è portato davanti alla Porziuncola e ha compiuto il gesto simbolico dell’apertura della porta d’ingresso della cappella per indicare l’inizio del Perdono di Assisi.

Nel pomeriggio il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino ha presieduto i primi vespri della solennità del Perdono sottolineando come Dio non si accontenti di darci il Suo Perdono, ma vuole fare di sé e noi una cosa sola per farci diventare santi: la nostra vita così può essere un riflesso puro di Dio! Ecco il Paradiso già qui in terra. Francesco vuole condividere con tutte le persone di ogni tempo la gioia che ha vissuto in quell’esperienza mistica in Porziuncola in quel lontano 1216. La grazia che lui ha sperimentato è viva ed efficace, ma non è un meccanismo automatico o magico, serve il nostro libero assenso. Solo così, accolta nel nostro cuore, questa grazia può trasformarci in uomini nuovi. Chiediamo quindi a Dio questa docilità dell’animo.