CORONAVIRUS, LA LETTERA DEL VESCOVO AI SACERDOTI E ALL’INTERA COMUNITÀ DIOCESANA

ASSISI – “Dopo alcuni mesi di “respiro”, con il ciclone di grazia che abbiamo avuto nei primi venti giorni di ottobre, eccoci di nuovo nella prova. E questa volta, a differenza della primavera, con un contagio diventato più aggressivo anche per noi in Umbria. La pandemia cresce, e con essa sofferenze, vittime, e disagi di ogni tipo. La vita pastorale – speriamo bene per quella specificamente liturgica – di nuovo nella ristrettezza”. Inizia con queste parole la lettera che il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino in questo momento che vede l’aggravarsi della situazione pandemica indirizza ai sacerdoti, diaconi, persone di vita consacrata e all’intera comunità contenente alcuni suggerimenti per restare uniti mettendo a disposizione le proprie forze per farsi prossimi in questa situazione di emergenza.

“Quando tutto è critico – scrive ancora il vescovo – , anche aiutarsi diventa più difficile. Si rischia il “si salvi chi può”, al quale tuttavia da cristiani non possiamo cedere. Sto cercando, perciò di organizzare una piccola “task force” diocesana nei diversi settori implicati, almeno per essere pronti se l’emergenza dovesse crescere ancora di più. Intendo mettermi in contatto con i sindaci per un coordinamento. Mettiamo a disposizione alcune nostre strutture. C’è poi sicuramente bisogno che, oltre a quanto fanno per noi medici e infermieri in strutture che sembrano già sature, attiviamo – d’intesa con le apposite istituzioni (Croce Rossa, Misericordie ecc.), più generosi percorsi di volontariato, motivando a questo soprattutto i nostri giovani migliori, tra i laici delle parrocchie, tra i religiosi e le religiose. Certo, il volontariato specialistico per le situazioni più delicate non si improvvisa, ma in tanti aspetti della vita ordinaria, con tutte le precauzioni, alcune altre forme di aiuto sono possibili perché nessuno resti solo e a tutti sia offerto il minimo necessario sul piano spirituale e fisico”.

In allegato la lettera integrale del vescovo monsignor Domenico Sorrentino