GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA, IL VESCOVO: “VI INVITO A FARE VOSTRO IL PROGETTO CASA FELICE”

ASSISI - “Questa festa di luce ci raggiunge mentre ancora, per tanti motivi, il mondo è sotto incubi disastrosi e minacciosi. La nostra festa si deve proiettare sul mondo. Ne ha le caratteristiche.  Lo vorrei proporre a voi in questa chiave, e mille parole mi verrebbero suggerite dalla teologia e dalla spiritualità. Ma io vorrei sceglierne una a prima vista quasi un po’ più ‘profana’, per così dire: la parola ‘felicità’, modo più corrente nel nostro gergo per dire ‘gioia’, parola quest’ultima alla quale la nostra liturgia è più abituata. Anche nella nostra comune preghiera diocesana, che diremo alla fine, per ben tre volte ritorna la gioia”.

Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino durante la santa messa celebrata, venerdì 2 febbraio nella cattedrale di San Rufino, in occasione della Giornata mondiale della Vita consacrata nella Festa della presentazione di Gesù al Tempio. Alla presenza delle consacrate e dei consacrati delle due diocesi sorelle e dei laici che hanno partecipato alla celebrazione eucaristica, il vescovo ha sottolineato che “questa festa ci implica tutti. Ogni battezzato la deve sentire sua. Ma come non potreste sentirla voi, carissimi religiosi e religiose, persone di vita consacrata di diversa fisionomia, dall’Ordo virginum, agli eremiti, ai membri degli Istituti secolari, come non sentirla da parte vostra con particolare intensità? Avete fatto scelte radicali che, in ultima analisi, sono il vostro “sì” al Dio della felicità, che vi ha voluto riempirvi di una gioia straripante perché tutta la Chiesa ne fosse contagiata e il mondo ne fosse conquistato. Felicità grande, piena, persino quando si finisce stritolati dalle grinfie di “sorella morte” ma cantando Francesco: Laudato sì mi Signore, con tutte le tue creature. Sì, per favore, mettiamo gli occhi e il cuore, su questo Bimbo. Facciamolo con tutte le tonalità del nostro affetto, direi della tenerezza, senza temere di essere troppo dolciastri. Non facciamo i duri, non ci fingiamo tali: ad esserlo ci facciamo e facciamo solo male. Lasciamoci carezzare dagli occhi di questo Bimbo e scambiamo con lui il nostro cuore. Solo una vita consacrata che palpita con il cuore di Gesù può avere futuro e senso”.

Dopo aver parlato del progetto di rinnovamento incentrato sul programma di Chiesa come famiglia, “programma teso a ricostituire intorno al Vangelo nelle nostre parrocchie il clima dei nuclei familiari, soprattutto spirituali, come nella vita di Gesù e della prima Chiesa” monsignor Sorrentino si è soffermato sul “progetto casa-felice, incentrato su una formula semplice e garantita: fuori Satana, dentro Gesù”.

“Non è il momento di ulteriori spiegazioni - ha detto -. Per ora voglio solo incuriosirvi. Mi piacerebbe tanto che foste voi stessi a interessarvi a questo progetto, a farlo vostro, e a fare squadra con il vostro Vescovo e la vostra Chiesa particolare, diventando, care persone di vita consacrata, grandi punti di gioia da riflettere intorno a voi. Casa felice. Ma anche conventi felici. Comunità felici. Luoghi di vita cristiana e consacrata in cui l’abbraccio di Simeone e Gesù, il suo tenerlo stretto come un tesoro, anzi come l’unico tesoro al mondo, tra le sua braccia, elevandolo a Dio e consegnandolo all’umanità, sia veramente un abbraccio caldo, di quelli che ti “raddoppiano” l’anima e il corpo, ti danno un’energia incredibile perché evocano e portano in noi la forza dell’abbraccio trinitario, con quella gioia che Gesù da sempre sente e promette. Già tra le braccia di Simeone, si anticipano le sue parole: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

In allegato l'omelia del vescovo Sorrentino

Omelia