GRANDE VENDITA DI ARANCE E IL RICAVATO AI POVERI

 ASSISI – Il vescovo monsignor Domenico Sorrentino all’omelia delle recenti celebrazioni festive in cattedrale ha più volte lanciato l’iniziativa-sfida della “finestra aperta”, spazio informatico di quel bene del quale nessuno informa, che non si conosce, perché i media trasmettono solo notizie negative, distruttive e di “male comune” e non lasciano spazio al bene, sempre più nascosto, diffusivo, ma ignorato. Talvolta questo bene è proprio tra noi, nei nostri giovani dai quali fa fatica ad emergere: perché spesso strumentalizzati e monopolizzati anche dagli adulti per interessi vari e solo all’apparenza di alto livello; perché si è poco disposti alla fatica di un rapporto con loro, di affiancamento, personale più che intellettuale-universale, e a mettere le mani in pasta. D’altra parte ci sono tanti giovani, laici e preti impegnati che nella dignità e nel rispetto della persona, nel nascondimento, “hanno il coraggio di far parte di quella Chiesa, che non ha paura di sporcarsi le mani” come afferma Papa Francesco. Sabato 3 e domenica 4 gennaio, infatti, i ragazzi del post-cresima e i giovani di San Rufino, in “esodo” per quel bene che non fa rumore, hanno organizzato con la guida di don Carlo Cecconi una grande vendita di arance, raccolte in Calabria e il cui ricavato sarà devoluto ad opere caritative. Alla vendita presso le famiglie a Santa Maria, Rivotorto, Assisi, Viole etc… hanno collaborato anche suor Maria Rosaria Sorce con alcuni ragazzi dell’istituto Alberghiero, operatori della Caritas diocesana e il seminarista Nicolò ed altri giovani provenienti dalle parrocchie della diocesi tra cui Gualdo Tadino e Palazzo. In tutto 50 giovani! Un’attività di sensibilizzazione alla condivisione, alla tenerezza verso il più indigente e soprattutto da parte dei ragazzi di “esodo”: uscire da se stessi per dedicare un po’del proprio tempo libero ad una causa alta evangelica, che riempie il cuore e fa mettere le ali “per dare senso a tutto ciò che ordinariamente facciamo, che è importante, ma che non sempre dona il senso della pienezza, il solo che ti fa superare la timidezza di chiedere, di bussare alle porte, di accettare anche rifiuto o indifferenza”. Sono le considerazioni di Costantina e Cecilia, animatrici del gruppo giovani di San Rufino, in un momento di condivisione dopo la cena di sabato sera consumata insieme presso i locali del Seminario Regionale di Assisi, con momenti di giochi, spettacoli, canti. Ospiti della serata i responsabili della comunità di recupero di Sanfatucchio che sullo stile di una grande famiglia opera attraverso la ricostruzione di relazioni vere ed efficaci e il distacco dalla smania compulsiva dell’informatica e della tecnologia. Interessanti le storie personali raccontate da alcuni giovanissimi che hanno ritrovato se stessi e la guarigione fisica; storie e problematiche che sono di casa anche nella realtà giovanile della nostra tranquilla e pacifica Umbria! A conclusione del campo-lavoro domenica 4 santa messa di ringraziamento a Viole alle 11.30 circa celebrata da don Carlo, animata dai giovani: hanno “debuttato” i neo-chitarristi animatori del gruppo che frequentano il corso di chitarra presso l’oratorio “Regina Paciz” di San Rufino, luogo che il parroco don Cesare Provenzi con la sua disponibilità ha reso per i ragazzi un logos di vita: di relazioni, di attività, di molteplici iniziative educative e sociali in rete col territorio e soprattutto aperto a tutti. All’omelia don Carlo ha ringraziato quanti hanno collaborato e i giovani che con coraggio ed entusiasmo si sono messi in gioco per i poveri, perché se è vero che il Regno di Dio è costruito e si realizza in pieno nella Carità verso i poveri, con quelle arance, entrate nelle case di tante famiglie, è entrata la luce di Dio”.