Durante la settimana della Passione redentrice e dei giorni di Pasqua, la nostra città e il nostro popolo hanno sofferto un dolore intenso, una profonda angoscia e sconforto, la notte in cui sono stati presi di mira i quartieri civili della città con granate a razzo la cui capacità distruttiva non avevamo mai sentito e visto prima d’ora! Siamo andati e abbiamo visto e abbiamo pianto: corpi estratti dalle macerie, brandelli attaccati alle pareti e sangue mescolato al suolo della patria! Decine di martiri di ogni religione e confessione, feriti e mutilati, uomini e donne, anziani e bambini. Abbiamo ascoltato il pianto delle vedove e i lamenti dei bambini e abbiamo visto il panico sui volti della gente. Dal profondo della sofferenza e della grande angoscia, facciamo appello, gridando, alle persone di retta coscienza, nel caso ci sia qualcuno disposto ad ascoltare: basta con la distruzione e la desolazione! Basta essere un laboratorio per armi di una guerra devastante! Siamo stanchi! Chiudete le porte della vendita di armi e fermate gli strumenti di morte e la fornitura di munizioni. Siamo stanchi! Che cosa volete da noi? Ditecelo! Perché siamo stanchi! Volete che restiamo: feriti e umiliati, mutilati e privati di ogni dignità umana? Oppure che ce ne andiamo con la forza, e siamo distrutti manifestamente? Ma noi vogliamo vivere in pace, cittadini onesti insieme agli altri figli di questo paese. Noi non abbiamo paura del martirio, ma rifiutiamo di morire e che il nostro sangue sia il prezzo di un fine sospetto e meschino. Noi rifiutiamo che vi sia la “Aleppo dei martiri” ma vogliamo che resti la “Aleppo al-Shahbah (letteralmente «la grigia», dal tipico colore dei suoi edifici – ndt)”, testimone della tenerezza, dell’amore e della pace, del perdono e del dialogo. Aleppo la città, il gioiello prezioso sulla corona del nostro Paese, la Siria, con tutte le sue componenti e la sua diversità di civiltà, culturale, religiosa e confessionale. La misericordia ai nostri martiri, la guarigione ai nostri malati, la tranquillità nell’animo dei nostri figli e la sicurezza e la pace a tutti i nostri cittadini.
(traduzione dall’arabo a cura della redazione)