In cattedrale celebrata la santa messa in occasione della Giornata di preghiera per la liberazione dalla pandemia indetta dalla Ceu

IL VESCOVO: “COVID-19, RESTIAMO UNITI E NON PERDIAMO LA SPERANZA” – GUARDA IL VIDEO

ASSISI - La liturgia di domenica 14 marzo, quarta domenica di Quaresima, si colora di rosa nei suoi paramenti, un colore tenue, una sfumatura tra il viola penitenziale della Quaresima e il bianco luminoso della Pasqua, della luce gioiosa del Risorto che ci attende... si avvicina... Sì, la "Domenica Laetare" ci ricorda che anche nella prova non ci abbandona la certezza che Dio è con noi, è la nostra gioia. Parole di speranza con le quali monsignor Sorrentino ha introdotto la santa messa da lui presieduta domenica mattina nella cattedrale di san Rufino e concelebrata dal parroco don Cesare Provenzi e da don Dario Resenterra. In comunione con tutti i vescovi dell'Umbria, domenica 14 marzo, in tutte le chiese umbre si prega e s'implora il Signore perché conceda all'umanità intera la fine della pandemia, siamo infatti una sola Chiesa.

Il presule all'omelia ha ricordato che la liturgia di oggi ci ricorda la vittoria di Dio nella nostra vita e il trionfo del suo Amore in qualsiasi condizione e situazione di sofferenza. Accade "nell'oggi liturgico" al popolo di Israele che si trova esiliato e desolato, si chiede il perché e scopre la motivazione profonda nella sua infedeltà. Dio però trova sempre rimedio e tutto rinasce con Ciro l'imperatore cristiano. Così con il simbolo del serpente innalzato nel deserto da Mosè, Dio rimedia all'infedeltà del suo popolo, perché chi lo avesse guardato sarebbe stato guarito, a significare che chi guarda a Lui, al Dio alla vita, che solo Lui può dare, è salvo. Il nostro è un Dio che vive nella nostra sofferenza e cammina con noi, anche nella pandemia che ci sta provando da un anno ormai, ma intorno all'altare come oggi facciamo riserva di speranza per essere uomini e donne di fede, di gioia e di una speranza che fiorisce dalla Parola".

Pregare e implorare la fine della pandemia non senza un cammino di conversione. Lo ha sottolineato don Cesare Provenzi all'omelia della santa messa da lui celebrata domenica pomeriggio nella cattedrale di san Rufino.

"Che tipo di cammino di conversione stiamo facendo? Ci ritroviamo spesso con Nicodemo che di notte, come nella notte della nostra vita in cammino, in ricerca, chiede, va da Gesù, lo incontra di notte per ascoltarlo da vicino. Ricorre a Gesù come noi stasera e Gesù lo accoglie come accoglie noi perché è un Dio Padre che mi vuole bene al punto di darmi il Suo Figlio, Dio  fatto carne, e con Lui la vita eterna. Così quando sei nella notte della paura, della prova, del dubbio - ha concluso don Cesare - alza allora lo sguardo a Lui e vedrai l'eterno. Non camminare più nelle tenebre, sii il volto luminoso e gioioso della grazia che s'incrocia con Lui sulla croce dove ha inchiodato i miei peccati. Alza lo sguardo, sali con Lui in alto".

Suor Maria Rosaria Sorce