MONSIGNOR SORRENTINO: “NIENTE PORTE CHIUSE, APRIAMO IL NOSTRO CUORE AI FRATELLI”

ASSISI – “L’aspetto della liturgia di questa santa notte che è stato così fortemente sottolineato dalla Parola di Dio è: la gioia. Vi annuncio una grande gioia” queste le parole pronunciate dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino durante la messa celebrata nella cattedrale di San Rufino per la veglia di Natale, cui hanno partecipato moltissimi fedeli. “Se vogliamo davvero fare Natale dobbiamo interrogarci sulla gioia. Quanto il nostro cuore è pieno di gioia – ha esclamato il vescovo durante l’omelia  -. Sono passati duemila anni, ma quello che ci viene detto è sempre sorprendente. Dio si è fatto vicino; un bimbo è nato per noi. Dio nella sua onnipotenza ha trovato la maniera davvero sconcertante di farsi così piccolo da mettersi nel grembo di una donna e di nascere per noi. Ci dobbiamo interrogare su questo mistero – ha proseguito il presule -. Quanto ancora esso rimane vivo nel nostro cuore, nella nostra cultura, nei nostri sentimenti, nell’orizzonte che abbiamo davanti. Tante volte facciamo fatica a far risaltare la bellezza di questo mistero. Dobbiamo fare davvero il possibile perchè diventi un avvenimento che non finisce di sorprendere. Di fronte a quel presepe dobbiamo sapere che c’è veramente il nostro Dio. Se vogliamo sentire cosa c’è dentro questa Parola, che cosa ci viene dato e proposto dobbiamo guardare questo Bambinello di Betlemme e dobbiamo interrogarci su quanto il nostro cuore vibra di fronte a questo mistero. Bisogna fare la verifica della nostra gioia – ha continuato -, a partire dalla gioia della nostra fede per continuare con la gioia della nostra carità e terminare con la gioia della nostra speranza. Innanzitutto dobbiamo partire dalla gioia della nostra fede. In che cosa noi davvero crediamo. Il fatto di sapere andare oltre quei lineamenti umani. Quello che ci viene detto è: in quel Bambino noi dobbiamo adorare il nostro Dio e dunque il cuore si deve sciogliere nella fede. Dunque, rinnoviamo la gioia della fede; prendiamo questo Bambino nel nostro cuore e diciamo che con Lui Dio si è fatto vicino. Se davvero la nostra fede inizia a vibrare ne nasce la carità. Dobbiamo aprire il cuore anche ai fratelli. Nessuna porta deve rimanere chiusa, nessun cuore deve rimanere indurito. E infine la gioia della speranza. Cosa è il buon Natale? E’ quando la nostra vita si mette in movimento, comincia a ripartire perché abbiamo una certezza. Siamo certi che non siamo più soli: Dio è venuto in mezzo a noi. E’ venuto Dio con noi e cammina in mezzo a noi. Il cristianesimo mette nella storia degli uomini questo principio di speranza che rimette tutto in movimento. Noi siamo il popolo che non si arrende, che non si demoralizza perché abbiamo Gesù con noi. Il Signore che è nato a Betlemme duemila anni fa – ha concluso –  è lo stesso Signore che nasce stasera qui e diventa per noi il pane. Il pane che davvero edifica la nostra vita”.