“RIPRENDERE UN IMPEGNO PRODUTTIVO E LAVORATIVO PER RILANCIARE IL NOSTRO PAESE”

Lo ha detto il professore Centofanti martedì 3 aprile durante la lezione del ciclo di studi della Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”

ASSISI – “Dobbiamo riprendere un impegno produttivo e lavorativo per rilanciare il nostro Paese”. Lo ha detto il professore Siro Centofanti, già docente di diritto del lavoro all’Università degli studi di Perugia, durante la lezione, del ciclo di studi della Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”, tenuta martedì 3 aprile all’Istituto Serafico di Assisi. “Trasformazioni e prospettive del diritto del lavoro” è stato il tema ampiamente trattato dal professore Centofanti che all’inizio dell’incontro si è soffermato sulla profondità, semplicità e linearità dell’insegnamento trasmesso dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. In particolare Centofanti ha sottolineato il riferimento della stessa alla dignità del lavoratore, della persona umana e alla preminenza della famiglia e della persona umana sullo Stato. Numerosi sono stati gli accenni agli articoli della Costituzione, al libro quinto “Del lavoro” del codice civile, allo Statuto dei lavoratori. Tra le varie norme trattate ci sono la legge 533 del 1973, la legge 183 del 2010, la legge Fornero, il Decreto legislativo n. 23 del 2015, l’art. 18 e il Jobs act. Durante l’esposizione il professore Centofanti ha fatto anche alcuni riferimenti alle encicliche “Centesuimus Annus” scritta da Giovanni Paolo II nel 1991 e “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. “Le norme giuridiche vengono fatte dagli uomini – ha precisato il professore -. A volte – ha aggiunto – risentono della personalità, dei valori e delle ideologie di chi le pone. La nostra è una Costituzione fatta da una serie di ‘personaggi’ di fede cattolica che hanno dato la loro impronta. Al di là della fede religiosa in senso stretto, i valori del pensiero cattolico si sono in larga parte normativizzati nella Costituzione italiana”. Prima di spiegare le modalità dei nuovi sussidi conosciuti come reddito d’inserimento e reddito di cittadinanza Centofanti ha precisato che “le tendenze più recenti hanno posto in evidenza che il lavoratore, anche se precario, subordinato o parasubordinato si trova in una posizione migliore rispetto a chi il lavoro non ce l’ha. Pertanto c’è la rivendicazione a riconoscere un minimo di reddito anche indipendentemente dallo svolgimento dell’attività lavorativa. In Italia – ha sottolineato – esiste un grosso problema relativo al debito pubblico. Questa realtà può avere un principio di soluzione con una ripresa dell’impegno produttivo e lavorativo, non con risposte o fughe assistenziali. Pertanto è importante tornare al diritto del lavoro, tutelare i lavoratori in modo sincero. Riprendere un impegno produttivo per rilanciare il nostro paese”.

Scuola Socio-Politica Assisi

Pubblicato da Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo su martedì 3 aprile 2018