IN TANTI ALLA MESSA IN COENA DOMINI E AL RITO DELLA SCAVIGLIAZIONE

Giovedì Santo, monsignor Sorrentino: “L’Eucaristia è il dono dei doni”

ASSISI – Giovedì Santo inizio del Triduo Pasquale per rivivere il memoriale dell’epilogo terreno di un Dio “pazzo d’amore per l’uomo” che decide di rimanere sempre con lui in un “pezzo di pane”, cibo di vita eterna con l’istituzione dell’Eucaristia nella sua ultima cena su questa terra; che ha “ardentemente desiderato di mangiare la Pasqua con noi”, con i suoi, cingendosi del grembiule per lavare i nostri piedi come un Dio-potente fattosi servo nel rito della lavanda dei piedi; che ha voluto perpetuare in eterno a nostra salvezza il suo sacerdozio, ordinando i primi sacerdoti: i dodici apostoli, colonne della Chiesa. Non c’era altro, né un oltre, né un di più che si potesse chiedere come segno del suo amore a un Dio-incarnato. Queste le tre fondamentali azioni liturgiche della santa messa in Coena Domini presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino monsignor Domenica Sorrentino e concelebrata dal parroco don Cesare Provenzi come ogni anno nella cattedrale di San Rufino il memoriale dell’istituzione dell’Eucaristia, il mandato ai sacerdoti, la lavanda dei piedi. Numerosi i presenti! La settimana Santa a Assisi diventa sempre più un richiamo forte per i pellegrini, a loro e a quanti seguono le celebrazioni in streaming dal sito della diocesi il presule ha rivolto il suo accogliente saluto all’incipit della celebrazione eucaristica. “L’Eucaristia è il dono dei doni – ha dichiarato all’omelia – con cui l’amore gratuito di Dio si esprime in modo singolarissimo; un dono che plasma la nostra fede essa, infatti, è definita il centro e il culmine di tutto ciò in cui crediamo e che professiamo. È l’alfabeto del linguaggio divino come in ogni messa pronunciamo: proclamiamo la tua morte Signore, annunziamo la tua Resurrezione nell’attesa della tua venuta”. A conclusione della messa la reposizione del Santissimo Sacramento e la deposizione del Crocifisso, ricordo della Passione del Signore e della laude trecentesca della “Scavigliazione” per concludere con l’adorazione comunitaria nella cappella del Santissmo. Siamo entrati nel grande silenzio, il silenzio di tutta la terra di fronte all’annientamento di Dio; il silenzio sospesi tra cielo e terra; silenzio perché l’amore che traboccherà per noi nei prossimi eventi della Passione del Signore non ha parole di commento che ne esauriscano la portata; silenzio solo per un infinito grazie! Restiamo in adorazione riconoscente in tutta la diocesi, con tutta la chiesa. Ritorni quel silenzio cristiano di cose futili e non necessarie, un silenzio interrotto solo da relazioni efficaci, parole che sanno di Parola, relazioni di vita a misura di Vangelo, di figli di Dio e fratelli in Cristo Gesù. Il silenzio come il grido della Chiesa, dei cristiani cattolici che sanno ancora testimoniare di appartenere a quel Dio che sa ancora dirci in un clima di guerra, di lotte fratricide e di divisione: “Anche se i tuoi peccati fossero come scarlatto diventeranno bianchi come neve, se fossero rossi come porpora diventeranno come lana » (Is 1:18).

 

Suor Maria Rosaria Sorce

Pubblicato da Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo su giovedì 29 marzo 2018