ASSISI – È stata presieduta dal vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Antonino Raspanti, la solenne celebrazione eucaristica in onore di San Francesco, patrono d’Italia. La santa messa venerdì 4 ottobre è stata concelebrata, nella Basilica Papale di San Francesco, dai vescovi della Sicilia, dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, dai ministri generali e provinciali delle Famiglie francescane.
Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha acceso la “Lampada Votiva dei Comuni d’Italia” con l’olio offerto dalla regione siciliana.
Alla santa messa hanno partecipato, fra gli altri, le autorità civili e militari, i rappresentanti dei Comuni della Sicilia e i pellegrini delle diocesi di Sicilia.
Al termine della cerimonia sono seguiti i consueti saluti dalla Loggia del Sacro Convento. Dopo il saluto del ministro generale dell’Ordine dei frati minori conventuali, padre Carlos Alberto Trovarelli, sono seguiti i messaggi istituzionali all’Italia e i saluti delle autorità.
“Cari fratelli e sorelle, - ha detto il vescovo Sorrentino - mi auguro che queste ore che avete passato con noi siano state ore di grazia. San Francesco ci insegna che quando ci lasciamo incontrare da Gesù, tutto diventa più bello. Gesù è il segreto della nostra gioia. Portate questo segreto nel vostro cuore, nelle vostre case, nella vostra bella regione. Vi prego di lasciare Assisi col desiderio più intenso di fare spazio a Gesù. Lasciate che Gesù vi mostri il suo amore. Egli ne ha tanto per ciascuno di voi, per riversarlo sulle vostre ferite, sui vostri problemi, sulle vostre famiglie, sui vostri malati, sui vostre defunti, in modo speciale su quelli che hanno perso i la vita per la violenza omicida. Gesù è capace di toccare il cuore anche di quanti hanno preso la tristissima via della criminalità. Gesù è capace di sconfiggere tutte le mafie e ogni altro male della nostra società. Grazie, cari fratelli e sorelle di Sicilia, della vostra testimonianza di fede. Siete un popolo fiero, dalla storia antica, dall’intelligenza viva, dai sentimenti caldi. Avete - ha concluso il vescovo -una natura splendida, che fa invidia al mondo. Francesco, che compose il suo Cantico nella cornice della mite natura umbra, non avrebbe fatto di meno nella vostra terra. Seguiamolo nel cantare la bontà dell’Altissimo, onnipotente, bon Signore. Vi auguro ogni bene e vi benedico”.
In allegato il testo dell'omelia e i testi dei messaggi e dei saluti dalla Loggia
Saluto Monsignor Domenico Sorrentino
Messaggio Fra Carlos Trovarelli
Saluto iniziale Fra Marco Moroni
Discorso Presidente Renato Schifani
Saluto Presidente Davide Rondoni
Omelia Mons. Antonino Raspanti