Omelia di mons. Sorrentino Veglia Pasquale 20 aprile 2019

20-04-2019

OMELIA VEGLIA PASQUALE   20 aprile 2019

È risorto! Da duemila anni risuona questo annuncio.

Furono le donne a darlo. Le donne ebbero un primato sia nella passione che nella risurrezione del Signore. Gli apostoli non riuscirono, salvo il discepolo prediletto, a restare a fianco del maestro nella sua morte, e stentarono a credere all’annuncio della risurrezione.  Credettero, o almeno si aprirono alla fede, dopo aver costatato la tomba vuota.   Il corpo morto di Gesù non c’era più. Erano rimasti il lenzuolo e le bende che lo avvolgevano.

Chi va oggi a Gerusalemme alla Basilica del Santo Sepolcro   può in qualche modo costatarlo come duemila anni fa. Essa è memoria della sepoltura di Cristo, ma più ancora memoria della sua risurrezione.

Con la risurrezione di Cristo, nel buio della morte, nella notte dell’umanità, si riaccende una luce. È la stessa luce nella quale il mondo è stato creato. La luce che lo tiene in vita. È il fuoco sempre nuovo che la liturgia ci ha fatto appena benedire. Fuoco non fatto per distruggere, ma per costruire.

Nei giorni scorsi abbiamo visto attoniti la cattedrale di Notre Dame in fiamme. Forse l’evento ci ha fatto riflettere. Fino a che la fede arderà nei nostri cuori e nelle nostre comunità

non ci sarà incendio che valga a piegarci. Gesù vince. È il principio e la fine di ogni cosa. E’ il nostro Dio e il nostro tutto.

Questa notte di veglia dice innanzitutto la nostra fede.

Ma essa ci chiama anche a un cambiamento di vita.

Ce lo ha suggerito l’apostolo Paolo, parlando del battesimo nella lettura appena ascoltata, che in questa liturgia ha per noi una forza ancor più viva, perché alcuni nostri fratelli stanno appunto per essere battezzati.

L’apostolo ci ha spiegato il senso di questo sacramento che introduce nella vita cristiana, fiorisce poi nel sigillo dello Spirito Santo posto nella confermazione e nella partecipazione al banchetto eucaristico.

E’ il sacramento che ha come segno specifico l’acqua. Tra poco infonderò acqua sul capo di questi battezzandi. Più eloquente sarebbe l’immersione nell’acqua. Proprio “immersione” significa la parola “battesimo”.

Quando questo sacramento è amministrato così, per immersione, il battezzando si immerge totalmente nell’acqua e ne riemerge come uomo nuovo. È come tuffarsi nella morte di Cristo. In essa ci si spoglia del peccato, sinonimo di vecchiezza, anzi di morte. E si esce da quell’acqua come persone nuove. Rinate. Ringiovanite.

Di questa novità, di questo ringiovanimento, abbiamo tutti desiderio e bisogno.

Non è una questione di età anagrafica. Si può esser vecchi a quindici anni e si può essere giovani, ovviamente di spirito, a ottanta.

Il papa recentemente, rivolgendosi ai giovani di tutto il mondo, ha appunto parlato di Gesù come segreto di giovinezza. Ha indicato, tra gli altri modelli, due figure a noi, qui ad Assisi, particolarmente care:

– Francesco, che a venticinque anni abbandonò una vita superficiale e vagabonda, spesa nella ricerca di gioie effimere, per conformarsi pienamente a Dio, divenendo così il “giullare di Dio”, il cantore della bellezza del creato.

– Carlo Acutis, un giovane morto a 15 anni, già dichiarato venerabile, venuto qui ad Assisi ad affinare sulle orme di Francesco il suo cammino di santità.

Solo da qualche settimana abbiamo traslato i suoi resti mortali   nel nostro Santuario della Spogliazione. Un giovane che parla ai giovani, e non solo ai giovani, con la semplicità di una vita fatta delle cose più normali, dalla scuola, allo sport, al computer, ma condotta tutta nella ricerca di Dio. Il suo motto: “Non io, ma Dio”.

Ecco la Pasqua! La Pasqua dei santi.  E’ giovinezza proposta alla nostra vita, alle nostre famiglie, alle nostre città. E’ ringiovanimento proposto, anche oltre la comunità di fede, alla cultura, alla politica, all’economia. Il messaggio di Gesù si rivolge a tutti. Non fermiamoci al lamento perché le cose non vanno. Tutti abbiamo bisogno di rinascere e tutti possiamo rinascere. Gesù è il segreto di una vita nuova. E’ risorto. Risorgiamo anche noi con lui. Amen