ALLA SCUOLA SOCIO-POLITICA SI PARLA DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE

ASSISI - “L'intelligenza artificiale deve recuperare l'etica. In questo la chiesa ha un ruolo fondamentale”. Lo ha detto padre Paolo Benanti, francescano del Terzo ordine regolare, durante la lezione della scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo” che si è tenuta lunedì 13 gennaio all’Istituto Serafico di Assisi sul tema “La sfida dell’intelligenza artificiale”.

Padre Benanti, che si occupa di etica, bioetica, intelligenza artifi­ciale e postumano, nei molteplici passaggi della sua relazione ha spiegato anche che “le macchine riescono ad elaborare i dati solo per correlazione tra le variabili senza dare ad essi un senso che tenga in considerazione le cause, le finalità e le conseguenze delle scelte. Le macchine – ha aggiunto - non sanno il perché dei risultati che producono”.

Il docente di teologia morale ed etica delle tecnologie alla Ponti­ficia Università Gregoriana e accademico della Ponti­ficia Accademia per la Vita, che è anche membro del Gruppo di esperti di alto livello presso il ministero dello Sviluppo economico per supportare il governo nell’elaborazione di “una strategia nazionale per le intelligenze arti­ciali” ha poi posto l’interrogativo su quanto delle azioni umane siamo disposti a surrogare alle macchine che non sanno il perché di quello che fanno anche se hanno un'alta capacità predittiva.
“Quando gli algoritmi interagiscono con l'uomo – ha precisato - diventano anche produttivi. L'algoritmo informatico è un nuovo attore sociale, invisibile ma molto efficace. Possiamo continuare a permettere che ci sia così grande sottovalutazione degli algoritmi? La macchina narra storie sulla realtà a cui noi crediamo. Si formano credenze associate ai dati: così noi oggi spieghiamo le cose. Lasciamo che le app ci diano in forma oracolare le risposte alla nostra vita. È in atto una nuova forma di credenza: cambiano dinamiche fondamentali del credere e del vivere umano”.