Alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli si è svolta l’Assemblea diocesana che dà il via al Triennio della carità; povertà e globalizzazione al centro della relazione del missionario comboniano

IL VESCOVO SORRENTINO: “CRISI PESANTE, RIACCENDIAMO IL FUOCO DELL’AMORE”

Padre Albanese: “Siamo di fronte a un’esclusione sociale e ad un’economia che uccide”

ASSISI – “Come credenti dobbiamo cogliere i bisogni di un’umanità dolente. C’è un’esclusione sociale e un’economia che uccide”. Lo ha detto padre Giulio Albanese, missionario comboniano all’assemblea diocesana che si è svolta sabato mattina 12 settembre alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. Nella sua relazione il religioso ha toccato diversi aspetti per parlare e approfondire il tema della carità al centro dell’incontro e tema portante del prossimo triennio della diocesi. “In questo momento storico abbiamo affermato il primato del business, del mercato sulla persona umana, abbiamo finanziarizzato tutto. È un’economia che ha bisogno di una redenzione, che è l’emblema di una crisi anche antropologica e dei valori. Ecco perché abbiamo bisogno di un’evangelizzazione della società a tutti i livelli. Oggi – ha aggiunto padre Albanese - siamo di fronte alla dialettica tra buoni e cattivi, una dialettica che non porta da nessuna parte, anzi porta al pregiudizio, a pensieri che si dissolvono in bolle di sapone. Dobbiamo contrastare il pensiero debole e per questo il discernimento è fondamentale. La vera sfida è quella della complessità. Nella complessità non c’è una risposta, ma l’avvio di percorsi e di processi per contrastare il pensiero debole. L’unico statista che ha capito questo è papa Francesco. Siamo di fronte a rigurgiti di sovranismo, regionalismo, provincialismo che sono il contrario della fraternità. La povertà deve essere aperta alla condivisione”. Tra i temi affrontati da padre Albanese c’è stato anche quello della mobilità umana. “È una realtà del nostro tempo che può avere degli aspetti problematici, ma anche dei vantaggi e c’è sempre stata. Bisogna riflettere e capire che c’è un bene comune una res pubblica che ci appartiene. Chi è il prossimo? Il prossimo siamo noi. Siamo noi che dobbiamo essere prossimi agli altri. Come credenti dobbiamo cogliere i bisogni di un’umanità dolente. Dobbiamo dare voce a chi non ha voce”.

Dopo il dibattito è seguito l’intervento del vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino che ha spiegato il piano pastorale. “Guarire l’amore”, “Tessere relazioni”, “Carità politica”, saranno i temi che verranno affrontati rispettivamente il primo, secondo e terzo anno. “Dobbiamo ripartire con un grande slancio – ha detto il vescovo - perché la crisi è grande e in qualche aspetto somiglia molto alla crisi originaria. Non sappiamo più perché sperare, che cosa sperare anche in termini di solidarietà con le future generazioni e con il cosmo. Vorrei che questi tre anni, che sono anche gli ultimi in cui sarò in mezzo a voi, siano all’insegna di un amore travolgente, infiammante e infiammato. In tre anni si può costruire un mondo. Gesù la Chiesa l’ha poggiata su tre anni di ministero. La società ormai ci mette alle corde. Il Covid è stato un fotografo del nostro futuro se non ci rimettiamo in carreggiata con l’ardore di Gesù e della prima comunità”.

Domenica 13 settembre nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, durante la celebrazione eucaristica delle ore 16, ci sarà l’ordinazione diaconale di Flavio Cardinali, Osvaldo Pompili e Matteo Renga. Al termine della santa messa il vescovo consegnerà la lettera pastorale intitolata “Al di sopra di tutto, l’amore”.

In allegato la relazione di padre Giulio Albanese

 

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