“DOBBIAMO APRIRE IL NOSTRO CUORE ALLA MISERICORDIA”

Monsignor Sorrentino nella solennità del Perdono di Assisi; in tanti al pellegrinaggio diocesano verso la Porziuncola

ASSISI – “È tempo di perdono per la nostra società. Troppe cose, purtroppo, non vanno secondo il disegno di Dio e il cuore dell’uomo ne trae tristezza”. Sono queste le parole pronunciate dal vescovo Sorrentino durante il pellegrinaggio diocesano che si è tenuto, mercoledì 1 agosto, in occasione della solennità del Perdono di Assisi. “Dobbiamo di nuovo farci abbracciare dal Perdono di Dio – ha sottolineato il vescovo -. Iddio è misericordia e il suo abbraccio di Padre ci rimette in piedi e ci aiuta a camminare sotto lo sguardo della Madre, di Maria che ci prende per mano e ci aiuta, ci dà speranza, scioltezza di movimento, ma soprattutto ci aiuta ad essere di più una famiglia”. Il corteo al quale hanno partecipato anche i membri dalle Confraternite e i numerosi fedeli è giunto nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli dove monsignor Sorrentino ha celebrato i primi vespri della solennità e spiegato il mistero del Perdono e dell’Indulgenza. È seguita l’offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. “La festa del Perdono – ha dichiarato il vescovo – è innanzitutto un rimettere al centro Gesù nella nostra vita. Gesù è la misericordia fatta persona. È il cuore di Dio che morendo per noi ha ottenuto un perdono grande sul quale possiamo sempre contare. È bello guardare Gesù crocifisso e dirgli che le sue piaghe ci hanno guarito e sono per noi sorgente continua di salvezza. Dobbiamo prendere coscienza di essere peccatori e aprire il nostro cuore alla misericordia. L’indulgenza – ha spiegato – è un perdono sovrabbondante, non una scorciatoia che ci permette con una preghiera o un gesto di ricevere in maniera automatica la possibilità di stare in Paradiso davanti a Dio. Se desideriamo il perdono dobbiamo metterci in sintonia profonda con il cuore di Dio e con il battito del cuore della Chiesa cercando di fare un proposito di vita più evangelica ed ecclesiale”.