La mostra sarà inaugurata il 10 aprile nel museo diocesano di San Rufino dove resterà fino al 5 giugno

IL CAMMINO DI GESÙ TRA NOI, AD ASSISI UN’ESPOSIZIONE-EVENTO

Le opere del collezionista Massimo Caggiano raccontano i momenti più significativi della vita di Gesù

ASSISI – “Una testimonianza dell’amore e la vicinanza di Gesù alla mia persona e dell’abbraccio quotidiano del Padre che ricevo tramite Lui”. Così Massimo Caggiano, collezionista ed esperto d’arte propone ma mostra-evento di opere della sua collezione dedicata all’amore per la vita di Gesù qui in terra tra noi che sarà inaugurata il 10 aprile alle ore 17,00 nel Museo diocesano e Cripta di San Rufino ad Assisi.

“Desideravo da anni poter realizzare una mostra che potesse essere testimonianza della vita di Gesù tra noi ed ho colto nel momento del fermo forzato, dovuto alla pandemia, un’occasione per invitare e sollecitare più artisti a realizzare opere su momenti per me significativi della vita di Gesù”, spiega Caggiano a proposito dell’evento che consentirà al pubblico di ammirare una selezione di opere, che rientrano nella Collezione Massimo Caggiano, una delle raccolte d’arte contemporanea più significative e rappresentative soprattutto per l’Italia (ma non solo) degli ultimi trent’anni di pittura e scultura d’immagine, sia per la qualità delle opere scelte sia per l’ampiezza del panorama artistico, anche internazionale, che vi è documentato.

“Dobbiamo dire grazie al signor Caggiano – aggiunge don Cesare Provenzi, priore della Cattedrale e direttore del museo diocesano – per aver messo la passione per l’arte al servizio della fede”.

La mostra, promossa dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la collaborazione del Museo Diocesano e Cripta di San Rufino, è a cura dello stesso Massimo Caggiano, con testimonianze in catalogo di testi che esprimono tre prospettive con cui leggere la parabola umano-divina del Cristo: il “Sentire” cristiano di  monsignore Leonardo Sapienza, il “Sentire” filosofico del Presidente Marcello Pera e il “Sentire” artistico del critico d’arte Cesare Biasini Selvaggi. L’esposizione sarà visitabile fino al 5 giugno negli orari di apertura del Museo.

Il collezionista

Per tutta la vita Massimo Caggiano (Salerno, 1958) ha cercato opere d’arte dei maestri figurativi contemporanei internazionali. L’amore per la Bellezza lo ha sempre mosso, in maniera frenetica e infaticabile, verso l’acquisto di dipinti, disegni, tecniche miste, sculture, pezzo per pezzo, sulla base di precisi rimandi tematici, stilistici, cromatici, ma anche sentimentali, e sulla base di una precisa possibilità di collocazione nelle sue dimore o nel luogo del suo lavoro. Iniziata all’età di trent’anni (nel 2018 ha compiuto trent’anni di collezionismo ininterrotto) attraverso la frequentazione del Centro di Cultura Ausoni di Roma diretto da Italo Mussa, la sua è una raccolta specializzata, in quanto è composta da centinaia di opere di circa cento artisti, tutti conosciuti personalmente. Presenta caratteri di unicità in quanto l’acquisizione delle opere si è determinata lungo un percorso di esposizioni di cui, spesso, Caggiano è stato tra gli organizzatori. Noto per aver fondato nel 1990 la galleria Il Polittico di Roma e per aver sostenuto i movimenti della Pittura Colta e dell’Anacronismo – confermandosi come un importante punto di riferimento per gli artisti figurativi contemporanei -, numerose sono state le sue esperienze internazionali (con pittori e scultori inglesi, spagnoli, tedeschi, statunitensi), e continui i confronti culturali legati a grandi rassegne d’arte, come la Biennale di Venezia e la Quadriennale romana (alcune delle opere della Collezione sono state esposte per la prima volta in queste manifestazioni). «Ho sempre desiderato – dichiara Massimo Caggiano – e scelto opere che mi trasmettessero emozioni positive e che mi parlassero. Non interpreto le opere e non penso a cosa l’artista voglia dire nella sua opera: ho soltanto il desiderio di accostare le opere in maniera che le figure di un dipinto o di una scultura possano dialogare tra loro. Sono le opere che parlano a me comunicandomi, anche a distanza di anni, sempre le stesse emozioni … sono sempre amate.

Il perché di una collezione incentrata sulla figura? Perché è intesa come l’espressione degli artisti nella molteplicità dell’essere e del vivere. La figura umana come aspetto ed espressione del Divino perché noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio e reputo fondamentale, nel mio collezionare e nell’arte in generale, che la figura umana abbia sempre il primo posto».

In allegato la locandina e l’invito