Celebrata nella cattedrale di San Rufino la Giornata della vita consacrata

IL VESCOVO: “IN QUESTO TEMPO DI SOFFERENZA SIATE UNA LUCE DI SPERANZA” – GUARDA IL VIDEO

ASSISI – “Cari fratelli e sorelle, consacrate e consacrati in questo tempo di sofferenza, siate una luce di speranza per chiunque vi incontra”. Lo ha detto vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante l’omelia della santa messa celebrata martedì 2 febbraio nella cattedrale di San Rufino in occasione della Giornata mondiale della Vita consacrata.
Nel rispetto delle norme di sicurezza per il contenimento dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, hanno partecipato alla santa messa i consacrati e le consacrate della diocesi.
La liturgia della festa della presentazione di Gesù al Tempio è iniziata con la benedizione delle candele accese, una simbologia che, come ha spiegato il vescovo “sta tra la luce del Natale e la luce che si riaccende nella notte della Veglia pasquale”. Soffermandosi sull’importanza della Giornata della vita consacrata monsignor Sorrentino ha spiegato che “questa non è soltanto la festa dei consacrati e delle consacrate, è tutta la Chiesa che gioisce perché guarda questa fiammella che diventa grande luce e la accoglie come Simeone. Questa luce si è accesa nel nostro cuore di battezzati, ma poi ha avuto una forma di speciale privilegio e predilezione per quanti hanno avuto la vocazione ad essere consacrati per il Regno cioè a costruire una vita che ha come suo unico senso Gesù”. Parlando del periodo difficile che l’umanità sta attraversando a causa della pandemia da Covid-19 il vescovo, rivolgendosi in particolare ai consacrati e alle consacrate ha detto che in questo momento in cui l’umanità si ritrova nell’oscurità “dovete essere la luce di speranza che illumina il traguardo. La fede – ha aggiunto – produce la speranza che in fondo al tunnel della storia, dell’umanità c’è una luce; è la luce che Gesù ha acceso per sempre per tutti”.
Il vescovo facendo poi riferimento al piano pastorale e al Triennio della Carità ha affermato che “la Chiesa rifulga e testimonia nella misura in cui esprime amore. Un amore che in questo tempo deve farsi soprattutto tenerezza, la tenerezza di Simeone nell’accogliere Gesù. Sappiamo che Gesù lo incontriamo in ogni nostro fratello e in ogni nostra sorella. Dunque la consacrazione che ci fa vivere l’unione con lui deve poi diventare sovrabbondanza di tenerezza per chiunque incontriamo sulla nostra via. Cari fratelli e sorelle consacrati e consacrate – ha concluso – voi siete davvero gli uomini e le donne della tenerezza. Avete ricevuto questo grande privilegio, la vostra vita è stata costruita tutta intorno a Gesù quindi è necessario che chiunque vi incontri trovi Gesù”.
Al termine dell’omelia è seguito il rinnovo dei voti dei consacrati e delle consacrate che hanno rinnovato la loro consacrazione a Cristo nella Santa Madre Chiesa.
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