All’assemblea diocesana l’ampio intervento di padre Ronchi che ha messo in evidenza la gioia di essere cristiani: “Impariamo a donare, scendere e servire invece di avere, salire e comandare”

“INSIEME TRA I GIOVANI, MALATI E SOFFERENTI SIATE CON ME”

L’impegno e l’invito di monsignor Sorrentino alla vigilia della vista pastorale; domenica 16 settembre appuntamento alla Porziuncola

ASSISI – Bellezza, tenerezza e felicità sono gli aggettivi usati maggiormente da padre Ermes Ronchi, nella relazione dal titolo “Una Chiesa da sognare insieme”, in occasione dell’Assemblea diocesana che si è svolta sabato 15 settembre alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. Ampio, circostanziato e davvero appassionato l’intervento del famoso teologo che ha posto l’accento sulla gioia di essere cristiani lanciando un messaggio di speranza per la Chiesa.

Padre Ronchi ha ribadito l’importanza dell’impegno dei laici nella comunità perché “è il clericalismo che spacca la Chiesa. C’è tristezza – ha aggiunto – nel vedere preti burocrati delle norme e analfabeti del cuore”. Ha spiegato ancor meglio il concetto del prendersi cura, l’arte di accompagnare e curare invece di giudicare che i cristiani devono mettere in pratica facendosi guidare da tre verbi fondamentali: donare, scendere e servire in contrapposizione con avere, salire e comandare purtroppo atteggiamenti oggi particolarmente diffusi. Un altro concetto messo in evidenza da padre Ronchi è stato quello dell’essere se stessi “liberi da maschere e paure perché la chiesa è un ospedale da campo e Dio è sempre pronto ad accogliere”.

Dopo un momento riservato alle domande poste dai partecipanti al relatore sono seguite le conclusioni del vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Egli ha illustrato le linee guida riportate nella lettera pastorale “Riparti Francesco, ripara la mia casa!” che verrà consegnata domenica 16 settembre alle ore 17 presso la Porziuncola, nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli e che segna l’avvio della sua seconda visita pastorale.

“La visita pastorale – ha detto – vuole essere una grande missione. Desidero che l’annuncio di Cristo arrivi dappertutto. Desidero incontrare ogni uomo e donna di buona volontà. Le famiglie e i giovani, i malati e i sofferenti, saranno i principali destinatari di questa visita. Auspico che le parrocchie guidate dai loro pastori, miei preziosi e stimati collaboratori, possano essere animate da tanto entusiasmo nutrito nella preghiera e nel rapporto con Gesù. Poi vorrei che sia una visita partecipata in cui le comunità si spostino da una parte all’altra della diocesi per conoscerci, condividere e crescere insieme”.