UNA QUARESIMA VIVA ATTENTA ALL’ORA PRESENTE

Messaggio di mons. Domenico Sorrentino per l’inizio della quaresima

La quaresima vede quest’anno l’Italia alle prese con la campagna elettorale. Alla voce di Dio che ci chiama alla conversione, fa riscontro il clamore di voci che si contendono elettori piuttosto disorientati e sfiduciati, tentati dall’astensionismo o dal voto di protesta.

Che cosa fare, come credenti?

Va ribadito che, come Pastori della Chiesa, non sponsorizziamo candidati e partiti. Non è nostro compito. Questo livello tocca alla responsabile valutazione dei singoli cristiani e delle loro aggregazioni.  Abbiano più iniziativa, coraggio, coerenza!

C’è però un livello della politica che ci riguarda tutti, anche come Chiesa: è la politica nel senso più alto del termine, che precede e va oltre i partiti. È la politica che si fa impegnandosi per il bene comune, facendosi carico della vita di tutti, specialmente dei membri più deboli della società. È la politica che il magistero qualifica “alta forma di carità”. Ad essa  cerchiamo di educarci, sulle orme di san Francesco e del suo messaggio di pace, con la nostra Scuola socio-politica intitolata al beato Giuseppe Toniolo.

 

Quaresima: tempo speciale di preghiera e digiuno. Ma anche di carità.  Dobbiamo uscire dal nostro “particolare”, per aprirci alle necessità degli altri. Troppo poco limitarci all’elemosina. Dobbiamo dare il nostro contributo alla costruzione della “polis”, la città degli uomini. Sì, c’è una carità della “polis”, una carità “politica”!

 

Quaresima è conversione.

Ri-centrare la nostra vita sul vangelo.

Fare dei sentimenti di Cristo i criteri del nostro agire.

Ciò significa interrogarci anche sui nostri doveri sociali. Se c’è una crisi che attanaglia il nostro Paese, da cristiani non possiamo tirarci fuori. È importante partecipare. Anche all’impegno elettorale!

 

Della crisi si parla soprattutto in relazione al lavoro che manca.

E di fatto continua a mancare, almeno tra noi, pur con i segnali di ripresa dell’economia. È un problema serio. La disoccupazione umilia la dignità delle persone e mette in ginocchio le famiglie. Anzi scoraggia il far famiglia.

La crisi tuttavia non è solo occupazionale. Tanti sono i temi che ci incalzano.

A partire dal rispetto della vita fin dal concepimento. Una società che non vuole più bambini, che li soffoca nel grembo materno, che  non è capace di farli sgambettare per le nostre strade, ha il destino segnato.

Altrettanto una società che si è arresa allo smarrimento della famiglia, al punto da non sentire più la bellezza di un amore fra un uomo e una donna che duri una vita e generi vita.

E gli immigrati? Sono fratelli e sorelle! Il vangelo non ci dà scampo: “ero affamato e mi avete dato da mangiare…”. Come in tutti i poveri, vediamo anche negli immigrati, specie se rifugiati, il volto di Cristo.  Per quanto sia doveroso affrontare saggiamente, a livello nazionale ed europeo, il problema dei flussi e della buona organizzazione dell’accoglienza, preoccupandoci a monte di creare nei Paesi di origine migliori condizioni di vita,  è miope, ed ingiusto,  chiudere loro i confini ed il cuore.

E poi gli anziani, i malati: si possono abbandonare alla solitudine, e restringere ulteriormente le risorse per la loro assistenza?

In primissimo piano poi – a livello globale – il tema della pace. Per un’Italia che, a norma della Costituzione, ripudia la guerra, a parte le esigenze indispensabili della difesa, è uno scandalo che si spendano somme ingenti per armamenti e bombe che creano macerie e morte in Paesi lontani, non affrontando invece la sfida di una politica economica che “riconverta” le produzioni di morte in strumenti di vita.

E i giovani? Si faccia avanti chi ha un’idea su come trasmettere loro grandi ideali, tra scuola e iniziative sociali, offrendo loro opportunità di lavoro. Un lavoro dignitoso, rispettoso dei diritti umani, contrastando la deriva del mercato selvaggio globale.

E, infine, l’ambiente: quanto abbiamo recepito il grido della «Laudato si’» di papa Francesco? Ci prepariamo a un collasso irreparabile, se continuiamo a depredare risorse e danneggiare il clima, dimenticando che l’ambiente è la casa comune.

 

È quaresima: anche per la politica! Tempo di rileggere, ancor più su della Costituzione, pur bella e da riscoprire, la prima “tavola dei valori”, sempre attuale, insostituibile, fondativa: quella dei comandamenti, le “dieci parole” che, venendo da Dio, tracciano le vie della speranza e del futuro. “Dieci parole” che risuonano nella coscienza universale – persino al di là delle convinzioni di fede – ed hanno riflessi sociali, sui quali non possiamo sorvolare.

È qui la politica che è doverosa per la Chiesa: offrire criteri di discernimento, educare alla buona coscienza, e ricordare, a se stessa e a tutti, i principi che non muoiono. E non fanno morire.

Buona quaresima! Sia cammino di gioia verso la Pasqua, incontro con Gesù Risorto, nostra speranza.

 

+ Domenico, vescovo

 

Assisi, 14 febbraio, mercoledì delle ceneri

 

In allegato il messaggio di monsignor Domenico Sorrentino