ASSISI – “Un grazie al Signore: come è bello per me poter ringraziare anche enumerando le opere di Dio guardandole l’una dopo l’altra”.
Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino all'omelia della santa messa concelebrata, martedì 11 febbraio nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nell’anniversario del suo ingresso nella diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino avvenuto nel 2006.
“Una delle cose per cui volevo ringraziare – ha aggiunto il vescovo - è il fatto che il Signore ha voluto che il mio ministero coprisse tutto l’arco della conversione e della santificazione di San Francesco, un cammino in cui ebbe un ruolo anche uno dei miei predecessori, il vescovo dell’epoca Guido. Il mio ministero è iniziato con la lettera pastorale ‘Francesco va’ ripara la mia casa’ con l’immagine del crocifisso di San Damiano. Su quella base organizzammo il nostro primo tratto di strada, quello della conversione, della comunione, della missione; dopo di che ci fu la Tenda del Risorto e poi l’altra tappa che ci ha portato dalla visita pastorale al Sinodo fino all’altra visita pastorale. Tutte cose scandite dagli stessi anni e dagli stessi eventi che caratterizzarono la vita del Santo. Francesco poi prese il volo nella Chiesa universale anche grazie al grande compagno di strada che fu il Vescovo Guido. Per me – ha proseguito il vescovo – è stato bello vivere tutti questi anni scandendoli con il cammino di Francesco e il suo messaggio. Ho vissuto tanti anni davvero belli tanto più questi ultimi in cui il Signore ci sta donando delle grazie che non avrei mai immaginato, quelle del Beato Carlo Acutis. Oggi vado a Milano a parlare alla chiesa e ai giovani lombardi di questo grande dono che ci è stato fatto. Carlo è un’altra pianticella che non somiglia tanto a Francesco per il saio francescano o per il Terz’ordine francescano, ma perché è un fiorellino, una pianta inedita generata dal messaggio di Francesco. Il mandato è sempre lo stesso: ‘Va’ Francesco, ripara la mia casa’. Oggi c’è un altro contesto sociale, ma Dio rimane l’unico Signore della storia che ci vuole bene e ancora continua a servirsi di Francesco come di tanti altri Santi. Sappiamo che Francesco ha anche questa fisionomia speciale anche dal punto di vista della sua caratterizzazione profetica che di fatto continua a parlare e si distingue anche in mezzo al panorama dei Santi e oggi si distingue anche perché ha generato questo nuovo figlio in una fisionomia totalmente inedita di un giovane dei nostri tempi”.