GIUBILEO DEI LAVORATORI A SANTA MARIA DEGLI ANGELI

ASSISI – “Dare dignità al lavoro significa innanzitutto rimettere al centro di tutto il processo produttivo la persona”. E’ questa una delle considerazioni che il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, rende nota alla vigilia del Giubileo dei lavoratori che verrà celebrato a Santa Maria degli Angeli sabato 30 aprile alle ore 15. Tra gli appuntamenti previsti nel ricco calendario diocesano dell’anno santo della Misericordia questo Giubileo assume un’importanza molto speciale per due motivi: uno perché cade alla vigilia del “Primo maggio” e l’altro perché per la prima volta si troveranno riuniti i sindacati dei lavoratori e le associazioni di categoria.
Interverranno infatti all’incontro, oltre al vescovo Sorrentino: Ulderico Sbarra, segretario generale Cisl Umbria; Vincenzo Sgalla, segretario generale Cgil Umbria; Claudio Bendini, segretario generale Uil Umbria ed Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Umbria. Alle ore 17 seguiranno gli interventi di Giovanni Scanegatta, segretario generale Ucid e di Paola Vacchina, presidente Enaip.
Dopo la conclusione dei lavori, seguirà la processione e il passaggio della Porta Santa della Porziuncola alle 18,30. Dalle ore 19 alle ore 20 è prevista la veglia per il lavoro.

“Nessuna tecnologia, neanche la più avanzata – evidenzia ancora monsignor Sorrentino -, può sostituire o eguagliare l’apporto che solo il lavoratore può dare. È questo il vero valore aggiunto su cui puntare; è da qui che bisogna ripartire per avere una società meno in crisi sia materialmente che spiritualmente. Mi rallegra – prosegue il vescovo – che questo Giubileo avvenga alla vigilia del Primo maggio e sia quasi un’anteprima di questa festa. Ed è motivo di soddisfazione la contemporanea presenza dei sindacati e delle associazioni degli imprenditori, a dimostrazione che la dignità del lavoro non ha categorie. Vorrei dunque rivolgere un appello prima agli imprenditori affinché abbiano a cuore la ‘salute fisica e mentale’ dei loro addetti che sono certamente più produttivi se messi nelle condizioni di partecipare attivamente alla crescita dell’azienda. E poi ai lavoratori a cui dico invece di superare le contrapposizioni e guardare il proprio titolare senza preconcetti o stereotipi che incrudiscono i rapporti e le relazioni”.