LA CARITA’ COME DONO TOTALE DI SE’

ASSISI – “Concretezza della carità” è il tema del terzo ritiro diocesano delle Cmfv che si è svolto domenica 19 aprile come è ormai consuetudine alla Domus Laetitia in Assisi. Padre Stefano Albanesi nella sua profonda meditazione ha posto l’accento su come la Trinità sia origine e modello della carità. Vista nella sua sorgente infatti la carità si mostra come “il tessuto” dell’Essere di Dio Trinità e dell’essere dell’uomo, creato a immagine e somiglianza del Dio Trinitario.
Credere che “Dio è carità” è confessare che Egli, nella croce, si rivela a noi come infinito, gratuito e totale dono di sè: comunione libera e infinita dell’Amante, dell’Amato e del loro reciproco Amore. Questa carità, che è la vita di Dio, “viene riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rom. 5,5). Essa diventa, nei credenti, la partecipazione al dialogo di amore fra il Padre e il Figlio nella gioia dello Spirito. Questo amore ha dei caratteri che lo rendono riconoscibile perché sono gli stessi caratteri dell’amore di Dio, tra di essi c’è anche la concretezza: come Gesù si è donato tutto a noi così noi siamo chiamati a donarci personalmente e concretamente agli altri.
Il tempo di adorazione eucaristica è stato il momento per  riflettere su quanto ascoltato e recitare tutti insieme la preghiera di liberazione e guarigione contro le insidie di satana.
Nel pomeriggio, la testimonianza di don Luca Andreani della parrocchia di Santa Maria del Rivo di Terni, ci ha calati maggiormente nella “concretezza della carità”. Don Luca ci ha parlato della sua parrocchia che si è strutturata come rete di famiglie che attuano una carità solidale.
Ci ha raccontato che tutto questo è nato dalla volontà di vivere il Vangelo e non di “chiacchierarlo” partendo anche dalla convinzione che la versione terrestre dell’amore trinitario nella storia sta nell’attuazione del comandamento dell’amore reciproco. “Chi fa da se non fa un gran che” ci ha detto, ribaltando un famoso detto popolare; è la comunità che si muove e non il singolo: altro punto cardine nella riuscita del progetto di carità parrocchiale. Don Luca ha continuato dicendo come abbiano progressivamente preso consapevolezza che è necessario “amare non solo con i tuoi soldi, ma amare con la tua famiglia. ….  Ad un barbone la cosa che gli manca di più non é il mangiare o il vestire, ma l’ambiente familiare, l’affetto, l’attenzione, il calore delle relazioni di famiglia”. La carità ha così assunto una dimensione comunitaria, una scelta legata non a singoli ma ad una parrocchia che è famiglia di famiglie. Alla domanda fatta sul suo ruolo in tutto questo, Don Luca ha risposto dicendo che molto è affidato alla corresponsabilità dei laici e che una volta strutturata la parrocchia va avanti comunque indipendentemente dal fatto che sia lui o altro ad esserne il punto di riferimento.
Don Luca infine ha invitato tutti i presenti a proseguire con convinzione e senza timori sulla strada imboccata in questo progetto di rinnovamento delle parrocchie: le Cmfv possono davvero essere risposta a questa necessità impellente di “carità solidale”.
La giornata si è conclusa con la concelebrazione della santa messa. Il prossimo appuntamento è fissato per i tre giorni di convivenza a Salmata dal 19 al 21 giugno 2015 durante i quali sarà affrontato il tema: “La santità e la missione dei laici”.