TEATRO METASTASIO DI ASSISI

Vittorio Peri *
 
ASSISI – Non entro nel merito delle ragioni di ordine istituzionale che hanno determinato la Giunta comunale a non rinnovare la concessione del comodato d’uso del Teatro Metastasio. Ritengo però opportuno, sulla base di una lunga e diretta conoscenza della Compagnia teatrale di Carlo Tedeschi –  della quale, insieme al francescano p. Vittorio Viola dei Frati Minori e oggi vescovo di Tortona, ho seguito in diversi modi il cammino spirituale – dare alcune informazioni e presentare qualche considerazione che spero possa favorire un positivo esito della vicenda mediante un dialogo pacato e propositivo.   
 
Ecco, anzitutto, alcune informazioni raccolte tra i membri della Compagnia teatrale:
1.      le  varie utenze del teatro sono da anni totalmente  a carico dalla Compagnia e non del Comune;
2.      i giovani attori e tecnici non hanno mai utilizzato il teatro come dormitorio; l’unica brandina nei pressi del palcoscenico serve da pronto soccorso per eventuali infortuni;
3.      la Compagnia ha svolto una programmazione di natura prevalentemente religiosa, soprattutto perché questo è il genere preferito dal pubblico;
4.      il teatro è stato utilizzato non in modo esclusivo dalla Compagnia dato che l’amministrazione comunale, in base alla convenzione, ha avuto la possibilità di utilizzarlo per 30 giorni l’anno con iniziative proprie o di altri enti e associazioni: senza oneri per nessuno e, anzi, con la gratuita collaborazione dei giovani attori e tecnici;
5.      non corrisponde a verità che la Compagnia abbia utilizzato il teatro gratuitamente.  Le precarie condizioni tecnico-strutturali in cui esso si trovava nel 2008, quando iniziò la regolare programmazione, resero necessari molti e onerosi lavori che furono eseguiti, con qualche aiuto del Comune, soprattutto dalla Compagnia per un importo di oltre 150 mila euro, oltre al determinante volontariato dei soci dell’Associazione DARE cui la Compagnia fa capo. Un lavoro che potrebbe essere considerata un affitto anticipato;
6.      grazie alla Compagnia, qualsiasi gruppo di almeno 25/30  persone ha avuto in questi anni la possibilità di assistere al Metastasio, su richiesta, al musical di turno: non solo ogni giorno, ma anche nell’ora scelta dallo stesso gruppo. Una opportunità, probabilmente unica nel mondo teatrale, della quale hanno ovviamente potuto fruire residenti  e visitatori;
7.      in questi otto anni di programmazione oltre 100 mila sono stati gli spettatori che nel Metastasio hanno assistito ad oltre mille rappresentazioni: mediamente 12.500 l’anno;
8.      dall’anno 2010 circa 350 sono stati i bambini e i ragazzi di Assisi che hanno frequentato regolari corsi di danza classica e acrobatica, recitazione, canto, ecc. riconosciuti anche dalla Royal Accademy of dance di Londra che ogni anno ha inviato un esperto per le prove d’esame. I corsi di danza moderna sono invece riconosciuti dall’ISTD della stessa città inglese.
 
Le considerazioni
            Ci si poteva attendere, in una città a prevalente fisionomia turistica com’è Assisi, un’attenzione non solo alle pur legittime esigenze dei residenti ma anche e forse soprattutto, in questo caso, a quelle dei suoi visitatori – pellegrini, più che semplici turisti – dai quali la Città trae gran parte delle sua risorse economiche. 
            Rilevo poi con tristezza un ignobile tentativo, diffuso tramite face book, di infangare moralmente i giovani attori e tecnici della Compagnia: “Vai a vedere i bivacchi in galleria o i camerini convertiti in non si sa che cosa”, si è avuto l’impudenza di scrivere: una indegna insinuazione  (“morbo pestifero”, la definiva s. Francesco) che appare anche ridicola a chi conosce direttamente questo gruppo di giovani e di adulti, esemplari sotto ogni aspetto:  umano, morale artistico e spirituale. La loro presenza, costituendo un valore di profilo culturale e religioso aggiunto sia per la comunità ecclesiale sia per la società civile, ha spinto il nostro Vescovo a mettere a loro disposizione una capiente abitazione nei pressi di Assisi, ristrutturata poi con le loro forze. La Curia diocesana ha dato il suo patrocinio.
Si è anche parlato, in questi giorni come in passato, di nuovi eventi da programmare per attirare turisti. Si facciano pure questi eventi, purché non sviliscano l’intangibile volto della Città. Dovremmo tuttavia sempre ricordare che i grandi eventi li abbiamo già: sono le straordinarie figure  di  Francesco e di Chiara. Certo, anche il suo territorio ha un notevole patrimonio storico-artistici da custodire;  la stessa “seraphica civitas”, com’è definita nel gonfalone, è anzi essa stessa un peculiare “museo a cielo aperto” meritevole di una cura non approssimativa, ma meticolosa accurata fin nei più piccoli dettagli.
Ritengo utile, infine, ricordare ciò che il sindaco Arnaldo Fortini scriveva in una lettera del 1943 con la quale chiedeva a Pio XII di far sì che Assisi fosse dichiarata città aperta: “Assisi, culla del movimento francescano, non ha alcuna importanza politica, militare o topografica. E’ però uno dei maggiori centri spirituali del mondo cristiano e si colloca, insieme con Roma e Gerusalemme, come una delle città sacre alla cristianità”.
Nel 2007 papa Benedetto XVI, nella nostra cattedrale, affermava che “a questa Città guarda con particolare simpatia la Chiesa da tutte le regioni del mondo”. In seguito alle altre visite – sei di san Giovanni Paolo II e tre di papa Francesco, possiamo oggi serenamente aggiungere: da tutte le principali religioni e culture del mondo. Un onore che  comporta anche un grande onere morale.
 
*Vicario episcopale per la cultura