LE CELEBRAZIONI DEL VENERDÌ SANTO A SAN RUFINO

ASSISI – Venerdì Santo: Passione del Signore! Nel pomeriggio celebrazione della Passio nella cattedrale di San Rufino, con l’adorazione della Santa Croce presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino e concelebrata dai canonici: don Alessandro Picchiarelli, don Maurizio Saba, don Dario Resenterra e animata dalle Suore Francescane Immacolatine in diretta con Maria Vision canale 602. Poi a porte chiuse il consueto rito della Scavigliazione risalente ai riti medievali della Settimana Santa e così caro agli assisani. Un venerdì santo certamente più commovente del solito in sintonia con quanti hanno seguito in streaming da casa. Lo ricordava il presule nella lunga preghiera a Cristo morto, mentre all’omelia sottolineava il Silenzio di questa settimana santa: “particolare, intenso, profondo come grembo di quella Parola che è Gesù, il Vivente. La Parola fatta carne che tace e non si difende di fronte alle accuse di Pilato e dei giudei, perché è Amore che vuole donarsi e che perdona; silenzio che si fa maternità nella Parola che dalla Croce ci dona sua Madre”.

Venerdì Santo: il grande silenzio della città serafica

Durante la celebrazione della Passio l’eco profonda di tanti pensieri correva per le navate vuote della cattedrale in queste occasioni gremita, come Assisi, dal popolo e dai pellegrini di tutto il mondo, assiepati per le vie alla processione del Cristo morto e dell’Addolorata. E, invece, non abbiamo visto il Cristo Crocifisso passare per le nostre strade, non siamo andati in cerca di Lui nella notte sostenuti dalla fede di Maria e con Maria per riprendere il cammino come Chiesa rinata a vita nuova; non è passato per le nostre strade deserte e solitarie, porte chiuse, portoni sprangati, finestre serrate, chiese e basiliche vuote; non l’abbiamo accompagnato al ritmo dei nostri lamenti, dei tamburi piangenti, non l’abbiamo visto velato agli occhi appannati dalle lacrime di commozione, di pentimento, di propositi di cambiare, d’imparare dalle sue piaghe ad amare, a lasciarci conquistare una volta per sempre dalla Gratuità; non l’abbiamo baciato! Abbiamo potuto ascoltare soltanto nel cuore il dolore dell’umanità provata dalla sofferenza, dallo scoraggiamento, dal lutto e dall’impotenza, dalla privazione della prossimità alle persone care. Non abbiamo gustato il fascino della sua presenza divina: Re dei Re venuto tra noi, Figlio dell’Altissimo, Messaggero dei lieti annunci, nel profumo dell’incenso e del nardo, del crisma e degli oli profumati, nella suggestione delle celebrazioni, nella fecondità di sacra bellezza esperienziale ed emozionale dei sacramenti, dei riti, dei sacramentali, delle azioni liturgiche che rendono vivo ai nostri occhi e ai nostri sensi il memoriale del suo Amore Incommensurabile, Inesauribile, Invincibile; non l’abbiamo gustato nel suo sangue come vino versato nel calice e nella fragranza del pane spezzato, il suo corpo, adagiato sui lini candidi e profumati di bucato, ricamati e apprettati dalla delicatezza di mani materne, preparati per i nostri altari che l’accolgono dalle mani dei sacerdoti e l’adagiano e lo offrono, come Maria, sul grembo dell’umanità.

Eppure stai bussando ai nostri cuori, stai percorrendo le strade e i luoghi dell’interiorità, delle nostre coscienze appesantite sul far della sera dal torpore come gli apostoli o dalle paure di Pietro, scappati dalla croce, perché scandalizzati, come spesso accade a noi oggi, dal “dolore dell’innocente”. Non reggiamo all’irrazionalità del dolore innocente, di prove e eventi illogici, senza di Te, non reggiamo!

Eppure stai bussando! Ci stai chiamando a una fede pura, perché chiunque decide di avere a che fare con Te, deve accogliere quella tua spinta a andare Oltre sempre. Tu sei sempre oltre anche di tutto ciò che tu stesso hai creato e redento, tu sei libero da tutto, tu sai e puoi amarci e insegnarci a amarti in spirito e verità. Una fede pura ci stai chiedendo in questa settimana santa: per noi una fede oltre ogni possibilità e capacità umana, per Te una fede “grande quanto un granello di sabbia e capace di smuovere le montagne”. Allora anche quest’anno, siamo certi, Tu passerai ugualmente tra noi, come facesti con gli apostoli, rassicurandoli che era vicina la Pasqua, la nostra Pasqua, la Pasqua della Chiesa, saprai smuovere la pietra dal Sepolcro delle nostre fragilità, ancora una volta, saprai mostrarti a noi come alla Maddalena: Risorto e splendente, a lei che ti piangeva e ti cercava morto, come forse anche noi oggi ti cerchiamo morto, mentre nelle nostre morti sei già risorto. Attraverserai le porte chiuse delle nostre case, perché a te tutto è possibile, se ciascuno di noi, come Tommaso trova il coraggio di mostrarti le sue ferite, di mettere le mani nel tuo costato per non essere più incredulo, ma credibile e esclamare: “Mio Signore e mio Dio”. Si, Tu sei Signore anche dei deserti, dei vuoti e delle porte chiuse, perché tu sei Dio misericordioso che infinitamente perdona, fa nuove tutte le cose e bussa … Vogliamo essere con Te non solo nel baciarti e compiangerti nel tradimento e nel dolore, ma nel fare nuove con te tutte le cose. Ti seguiamo, con la fede di Maria, ti attendiamo nelle nostre case, come sempre, con lo sguardo fisso alle nostre porte chiuse… perché Tu… le attraverserai, tu esperto dell’Oltre verrai a noi e dimorerai presso di noi e cenerai con noi e celebrerai la Pasqua con noi, tu Signore della vita, amante della vita, venuto perché l’abbiamo in abbondanza, perché la tua gioia sia la nostra gioia e sia piena.

Entra a porte chiuse…nelle nostre case, è vicina la Pasqua, la tavola è pronta, siedi, resta e mangia con noi!

 

Suor Maria Rosaria Sorce