ASSISI – “Credo che questo Santuario diventerà sempre più uno dei poli spirituali della città di Assisi, anche del francescanesimo. Un punto di discernimento, di rinnovamento, di conversione”. Lo ha detto monsignor Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione delle cause dei Santi durante la santa messa, concelebrata con il vescovo monsignor Domenico Sorrentino, venerdì 20 aprile nel Santuario della Spogliazione. “Se tutti noi che entriamo in questo Santuario – ha aggiunto – ci spogliassimo ogni volta di qualche peccato, difetto, pigrizia, la nostra conversione procederebbe molto velocemente”. Durante l’omelia monsignor Bartolucci dopo aver accennato al significato del tempo Pasquale nella liturgia, ha sottolineato che la Pasqua “non riguarda soltanto la risurrezione fisica, carnale, corporale di Gesù crocifisso, ma riguarda tutta la creazione, il mondo e ogni uomo. Dopo la risurrezione – ha precisato – è entrato nella nostra vita, in tutta la storia, un lievito nuovo che produce bontà, fraternità, pace e santità. L’Eucaristia – ha proseguito – ci rende ‘cristiformi’, imprime nel nostro ‘io’ profondo i lineamenti, i sentimenti, gli amori di Cristo. La Chiesa ci invita ogni domenica perché sa che abbiamo bisogno di diversi incontri con Gesù, di una frequentazione abituale. Anche San Francesco ebbe bisogno di tempo, la sua non fu una conversione improvvisa. Il suo grande merito è di non essere mai tornato indietro. È andato sempre avanti un passo, una vittoria, una trasformazione alla volta. La personalità di Francesco è simpatica e attraente perché ci assomiglia e perché interpreta bene la nostra umanità, le nostre potenzialità. L’incontro con il lebbroso e soprattutto con il crocifisso di San Damiano sono decisivi. Francesco cambia vita, lascia tutto e si spoglia degli abiti che gli aveva dato il Padre. Da quel momento, nudo e povero come Cristo sulla croce, Francesco accoglie pienamente l’energia trasformante del Signore risorto. Noi siamo qui nel Santuario della Spogliazione – ha concluso – per ricordare e magari anche per imitare”.
Al termine della celebrazione è seguito un momento durante il quale monsignor Marcello Bartolucci ha spiegato il discernimento che la Chiesa pone in essere nelle cause dei Santi. In particolare ci si è soffermati, come sottolineato dal vescovo Sorrentino, “su due casi : un sacerdote di tre secoli fa, il venerabile Antonio Pennacchi, e un giovane del nostro tempo, Carlo Acutis”.
In serata è seguita la Lectio divina con i giovani tenuta dal vescovo Sorrentino.