RITIRO DEL CLERO, RELAZIONE DEL VICARIO GENERALE DON GIOVANNI ZAMPA – GUARDA IL VIDEO

FOLIGNO – “In ebraico la parola speranza usa diversi termini, ma quello più frequente che compare circa cinquanta volte nell’Antico Testamento ha a che fare con l’immagine del filo, della corda. Il senso etimologico della speranza è proprio la corda”.

Lo ha detto don Giovanni Zampa, vicario generale delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, all’incontro del clero che si è tenuto giovedì 28 dicembre nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Foligno. Dopo la preghiera iniziale e l’intervento del vescovo monsignor Domenico Sorrentino è seguita la relazione di don Giovanni Zampa sul tema “Appesi ad un filo: la speranza”.

“I tre capi della speranza – ha detto don Giovanni - possono essere sintetizzati in tre temi: del raccogliere, riunire e il tema dell’annunciare, del dire”. “La prima speranza è l’unità. Alla base della speranza c’è l’unità, il fare unità, il raccogliere, lo stare insieme, il fare corpo, il mettere da parte, l’avere una riserva. La nostra speranza è raccoglierci”. “La speranza è avere una raccolta di acqua”. “C’è il tema dell’unità e il tema dell’acqua. Dove c’è acqua c’è vita, c’è speranza, c’è possibilità”. “La prima accezione, il primo uso del verbo che sta alla base della speranza è l’unità, e l’unità che ha a che fare con la possibilità della vita”. “La speranza è una corda tesa. All’origine del tema della parola speranza c’è una ‘tensione’ qualcosa che è tirato”. “La speranza ha nella sua matrice una tensione. Non è qualcosa di statico”. “Speranza è anche attendere, tendere verso. Speranza è protendere. La speranza è anche intendere, capirsi, è comunione, dialogo. La speranza è anche una lotta, è contendere, è lavorare per la pace, è distendere, è pretendere cioè volere, è estendere cioè aprire il cuore, è stendere cioè appiattire, è sottendere, lavorare nel silenzio, è sovrintendere. La speranza deve evitare di fraintendere, capire una cosa per l’altra. Oltre al tema dell’unità, del raccogliere, indica questo movimento, questa tensione, questo vivere come una corda tesa”. “La speranza va annunciata, va detta. L’annuncio di Dio è speranza”. “Il periodo di Avvento che abbiamo davanti – ha concluso don Giovanni - realizza tre elementi: iniziare un cammino, recuperare un tempo, trovare uno spazio”. “Dio ci ha promesso di accompagnarci nel cammino, di darci tempo e di darci terra”. “Il Giubileo ha come tema la speranza. Noi vivremo intensamente la speranza come cammino dove ci riapproprieremo del tempo, è un anno di grazia, è un anno del Signore e il Signore vorrà donarci, una terra, una comunità, una possibilità”.

Dopo la relazione di don Giovanni sono seguiti i tavoli di lavoro e l’adorazione eucaristica.

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