SPIRITO DI ASSISI 2023, DALLA SALA DELLA CONCILIAZIONE SI È ALZATA UNA SOLA VOCE: “TUTTI OPERATORI DI PACE”

ASSISI - Da Assisi, dalla città della pace, si è levata una voce forte contro la guerra, contro tutte le guerre.

Questo in sintesi l’esito dell’incontro dal titolo “Possono le religioni fermare la guerra?” che si è tenuto sabato 28 ottobre nel pomeriggio, nella Sala della Conciliazione del Palazzo Comunale, nell’ambito delle iniziative per lo Spirito di Assisi, 37 anni dopo lo storico incontro di preghiera interreligiosa per la pace voluto da Papa Giovanni Paolo II.

Don Tonio Dell’Olio ha introdotto l’evento e ha parlato, a proposito di quello che sta accadendo in Terra Santa, di “scempio dell’umanità”. Poi l’intervento del sindaco Stefania Proietti che nel sottolineare l’importanza di questo confronto lo ha definito “un momento prezioso perché si ritrovano insieme esponenti di varie religioni nel segno dello Spirito di Assisi e proprio quello straordinario evento del 1986 ci ha dato questa grande libertà, oltre che responsabilità, per dire parole nuove e compiere gesti nuovi ispirati ai valori di San Francesco, uomo del dialogo e della pace”.

“Da qui può partire un messaggio forte con cui, tutti insieme, chiediamo la pace ma - ha aggiunto il sindaco - sono convinta che Assisi possa fare ancora di più perché, di fronte all’inferno che vediamo, in queste ore abbiamo il dovere di fare ognuno la propria parte, come ha fatto il nostro vescovo nel mettersi a disposizione con la propria persona. Allora, alziamo un grido di pace che squarci le tenebre di questa cieca violenza che semina atrocità inaudite, ed è arrivata a massacrare tanti, troppi bambini innocenti. Siamo nell’anno di inizio dei centenari francescani, questo è l’ottavo Centenario del primo presepe che San Francesco realizzò a Greccio. Nemmeno un mese prima dello scoppio del conflitto eravamo, insieme al sindaco di Greccio in Terrasanta dove, insieme al sindaco di Betlemme, abbiamo sottoscritto e lanciato un appello per la pace universale, citando l’Enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco. Un percorso di pace che non possiamo abbandonare, neanche in questo momento in cui l’oscurità sembra senza fine, secondo gli insegnamenti di San Francesco che nella sua vita ha praticato pace, dialogo e fraternità. Questo momento nella Sala della ‘Conciliazione possa essere un vero segno di speranza, Assisi è e sarà sempre la casa di tutti gli operatori di pace”.

Secondo il vescovo monsignor Domenico Sorrentino si tratta di “una grande sfida per tutte le religioni di fare di più per la pace, per la vita” e a proposito della domanda del convegno se le religioni possono fermare le guerre il vescovo ha risposto di sì “se chi professa una fede lo fa autenticamente, se si accoglie reciprocamente la verità e se queste possono influenzare nel bene la società”.

In merito alla sua offerta di scambio con gli ostaggi ha detto che “è il minimo che può fare chi è cristiano e pastore”.

Poi è stata la volta di Edith Bruck, la scrittrice ungherese ebrea che ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento: “Credo che le religioni non possano fermare le guerre, forse le alimentano. Quello che stiamo vivendo è una barbarie, non ci sono parole per esprimere il dolore”. Raccontando la sua vita ha aggiunto: “Sono cresciuta nell’odio, ma quando sono uscita dai campi di concentramento non sentivo più l’odio e posso dire che sono tornata migliore di quanto sono entrata. Da 62 anni testimonio quello che ho vissuto e invito tutti a rispettare gli altri, sostengo che la vita è preziosa, sempre. Non si vive senza speranza, e oggi sono, a proposito di quello che sta accadendo in Medioriente, per due Stati per due popoli”.

Padre Enzo Fortunato, giornalista e scrittore, si è soffermato sulla strage dei bambini: “Non ci sono parole nel vocabolario per esprimere la barbarie del sangue innocente che si sta versando in quelle terre. La strada da seguire è sempre quella del dialogo, della fiducia, tra genti diverse che professano religioni diverse”.

Per la responsabile per il Dialogo interreligioso del Movimento dei focolari Rita Moussalem “Non si possono combattere guerre nel nome della religione, la violenza genera violenza. È necessario ritrovare l’essenza dell’umanità per essere costruttori di pace”.

La portavoce del dialogo interreligioso del Centro islamico culturale di Perugia Maymuona Abdel Qader ha detto che “le parole di Dio sono di pace, non si può manifestare odio nel nome di una religione. Ci vogliono azioni concrete, educare i figli alle parole di pace e per questo ci uniamo all’appello di Assisi perché tacciano le armi”.

In collegamento il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo: “La guerra è banalmente è tragicamente inutile, dobbiamo rafforzare il nostro impegno e avere l’audacia di agire, tutti dobbiamo diventare operatori di pace. Quello che sta accadendo non è colpa delle religioni ma della politica”.

Con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da monsignor Sorrentino, nella Basilica superiore di San Francesco domenica 29 ottobre mattina si sono concluse le iniziative nel segno dello Spirito di Assisi.